L’auto europea si salva nel 2026 se allinea le normative agli USA

Il mini passo indietro dal 100% al 90% di taglio di CO2 è inutile: serve che l’UE si allinei alle normative degli Stati Uniti.
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C’è una sola strada per la salvezza per l’auto dell’Unione Europea: allinearsi alle normative degli Stati Uniti. Ossia alla massima e totale libertà di vendere le auto e di comprarle. Se il consumatore desidera il motore termico – benzina o diesel o ibrido -, dev’essere libero di acquistarlo. Così ne beneficia l’industria e l’occupazione. In parallelo, il prezzo dell’usato resta contenuto.

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Con l’allineamento agli States, le Case occidentali avranno due mercati dove vendere un unico prodotto: USA e UE. Le fabbriche potranno rifiorire e di riflesso l’occupazione ne beneficerà. Oggi invece per l’Europa è l’inferno, con le società pronte a fare fagotto. Di certo, il baricentro si sposta in America, come dimostrano i 13 miliardi di dollari investiti da Stellantis.

Auto elettrica zombie tenuta in vita artificialmente

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L’auto elettrica europea è uno zombie che cammina claudicante per il mondo chiedendo la carità senza averne diritto: bonus a carico dei contribuenti, colonnine che si pagano con le tasse, km zero che drogano il mercato. Resta solo la Cina, mondo a parte. Che giustamente profitta del regalo involontario di Bruxelles, dietro pressione delle lobby green. Così restando le cose, il Celeste Impero ci invade di PHEV e BEV, meno care e con tecnologia superiore. Mentre il circolante invecchia, con vendite totali enormemente inferiori al 2019 pre Covid.

Regole che soffocano

L’iper regolamentazione UE voluta dai verdi tedeschi nel 2019 strangola l’auto europea: CO2, ADAS, misure sempre più stringenti che rendono l’auto cara come il fuoco. Nell’accordo USA-UE, i primi ci venderanno energia a carissimo prezzo e potranno invadere il mercato europeo con le loro macchine. Le quali rispettano standard di sicurezza e di emissioni inferiori. Una concorrenza tremenda in più, oltre ai cinesi. Serve un mercato unico UE-USA con regolamentazione chiara. Adesso, le proposte della Commissione UE non  le ha capite nessuno: infatti non c’è neppure un ente che le riassuma. Senza dimenticare che – pur volendo vendere solo elettriche – resterebbe il dramma della CO2 durante la produzione e lo smaltimento delle batterie, più il guaio del carbone che produce elettricità.

Di certo, quel 90% al posto del 100% di taglio delle CO2 per il 2035 è il nulla cosmico. Una manovra in stile gattopardesco per scontentare tutti creando altro caos.

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Soluzione assurde: imporre le flotte green agli Stati UE

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Siccome nel mondo nessuno vuole le elettriche, e dal momento che i privati stanno alla larga dalle BEV, allora si pensa di imporre agli Stati le flotte green: è una delle oscure proposte della Commissione UE. Per adesso, non si parla di multe agli Stati. Ma le multe ci sono già per le Case che sgarrano: il rischio è che pure i Paesi siano stangati. Sanzioni che si trasformano in tasse. Occorre subito fermare il circolo vizioso che porta dritto alla fine dell’auto europea.

Pertanto, il nostro è un no all’imposizione dall’alto di obblighi per Case e nazioni. Sì invece alla libertà, che è la parola più bella del pianeta. Un termine che piace poco ai verdi, i quali hanno un convincimento: se c’è un arbitro imparziale, il termico batte l’elettrico dieci a zero. Serve allora un arbitro fazioso che faccia almeno fare qualche minimo golletto rubacchiato alla squadra debole.