Auto in pericolo per la lentezza dell’Unione Europea: occhio ad ambiente e sicurezza

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Quanto accade nell’Unione Europea a livello politico è pericoloso per l’automotive: la burocrazia UE, coi suoi tempi biblici, è una batosta per le auto nuove. Il pericolo è che benzina e diesel scompaiano, senza essere sostituite dall’elettrico. Infatti il Piano d’Azione UE era di marzo 2026, e siamo arrivati addirittura dicembre 2025 per avere una proposta col Pacchetto Automotive della Commissione, un insieme di proposte legislative finalizzate al rilancio del settore. Il dibattito sulla revisione anticipata dei Regolamenti CO2 si trascina stancamente da due anni.

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Telenovela estenuante sull’auto

L’idea della Commissione dovrà attraversare l’iter legislativo del Trilogo con Europarlamento e Consiglio Europeo. Qui ci sono 27 Paesi da mettere d’accordo. Nel fuoco incrociato delle lobby, coi gruppi di potere verdi scatenati per non perdere potere ora che la Germania punta sul termico, tutte le regole possono essere stravolte. Servono i voti, le sessioni, col rimbalzo del testo da un organo all’altro.

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Una volta che il Pacchetto verrà approvato chissà quando, la storia continuerà: c’è il rinvio agli Atti Delegati, che vengono redatti dopo.

Morale. L’Italia – con altri Paesi – chiedeva la revisione del Regolamenti prima del 2026. Obiettivo non raggiunto. Nessuno sa né se né quanto ci sarà la rivisitazione dell’impianto normativo.

Il vecchio che avanza nel Vecchio Continente

Risultato: le vendite di benzina e diesel crollano, ma quelle di elettrico non decollano. Saremo un Vecchio Continente con vecchie auto e vecchie regole e vecchi modi di pensare con mentalità vecchia. Innanzi a una Cina che vola alla velocità della luce: qui in un quarto d’ora gli alti funzionari fissano le regole, analizzate con estrema competenza. In quanto agli USA, hanno già stabilito la massima libertà di scelta in base a princìpi democratici.

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Tremende le ripercussioni sul parco auto: tutto anziano, pericoloso per la sicurezza stradale e per l’ambiente. Specie in certe zone più povere dell’UE, dove già oggi le macchine anziane sono le regine (vedi alcune aree del Sud Italia).

Non si capisce niente

La Commissione porta dal 100% al 90% l’obiettivo di riduzione delle emissioni CO2 rispetto al 2021. Il residuo 10% consentirà di continuare a impiegare qualunque tecnologia, ma andrà compensato mediante crediti ottenuti con acciaio verde, biofuels ed e-fuels. Il sistema dei crediti è infernale: non l’ha capito nessuno. E non ci sono spiegazioni dettagliate. Le macchine dovranno essere “Made in EU”. Che non vuol dire niente: poi tutto l’elettrico è ormai Made in China, con batterie cinesi. Come fai a fare elettriche Made in UE? Questo qualcuno dovrà spiegarlo.

elettrica in ricarica

USA, attrazione fatale

Il Green Deal iper ecologico UE perseguita l’automotive: adesso la Commissione Europea spinge per l’uso dell’acciaio verde. Problema: l’acciaio verde ha un prezzo proibitivo. Quindi anche una citycar termica costerà un occhio della testa al costruttore. Che alzerà il prezzo di listino per ottenere un profitto. Un sovrapprezzo che i consumatori pagheranno. Oppure le aziende auto si trasformano da società per macinare quattrini in enti di beneficenza super verdi a beneficio di Madre Terra. Sarò anche un bel problema per i Gruppi auto investire in Europa in simili condizioni: chiaro che tenteranno la fuga negli USA.