A partire dal 2035, a meno di cambiamenti dell’ultimo momento, in Europa non potranno più essere vendute nuove auto a benzina e diesel. Per questo motivo, si stanno sperimentando nuove tecnologie che vadano a ridurre le emissioni, senza però fare troppi compromessi su efficienza e potenza.
Negli ultimi mesi, diverse aziende del settore automobilistico hanno intensificato gli investimenti in una tecnologia che potrebbe cambiare il funzionamento dei motori a combustione interna: i motori senza camme. Secondo un recente rapporto di Market Report Analytics, il mercato è destinato a triplicare entro il 2033, passando da 5 a 15 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo previsto del 15%. A spingere lo sviluppo sono soprattutto le nuove normative ambientali, sempre più severe (specialmente in Europa), e la necessità di migliorare l’efficienza dei consumi.
Motori senza camme: crescono gli investimenti, ma i costi restano un problema

Nei motori tradizionali, le valvole si aprono e si chiudono secondo una sequenza fissa dettata da un albero meccanico. Nei motori senza camme, invece, ogni valvola è controllata elettronicamente e in modo indipendente, grazie a attuatori pneumatici o elettromagnetici. Questo consente di ottimizzare la combustione in ogni fase e condizione di guida, migliorando le prestazioni e riducendo le emissioni.
FreeValve, azienda di Koenigsegg, è tra i pionieri della tecnologia. Il sistema è stato testato su diversi prototipi e concept negli ultimi anni, e oggi anche aziende come Linamar, BorgWarner, Musashi e Nemak stanno lavorando su soluzioni simili. “Sappiamo che i consumatori vogliono efficienza, ma anche flessibilità e prestazioni”, ha dichiarato un portavoce di FreeValve. “E con i motori senza camme possiamo offrire tutto questo”.
Tuttavia, non mancano le problematiche. Il costo di sviluppo è ancora elevato e l’integrazione di questi sistemi nei processi produttivi esistenti richiede tempo e maggiori investimenti. Anche l’affidabilità a lungo termine resta un fattore da verificare, soprattutto su veicoli destinati alla produzione di massa.

Il mercato è ancora frammentato, senza un vero leader dominante. I principali costruttori stanno osservando con interesse la situazione, ma la vera svolta potrebbe arrivare nei segmenti ibridi e plug-in, dove la flessibilità del motore senza camme si sposa con le esigenze di riduzione dei consumi e maggiore controllo dei flussi energetici.
Maggiore chiarezza potrebbe arrivare nei prossimi mesi, anche in funzione delle scelte dei costruttori in risposta alle nuove normative. Se i costi scenderanno e la tecnologia dimostrerà affidabilità su larga scala, i motori senza camme potrebbero diventare una delle alternative più valide in questa corsa dove tutti guardano all’elettrico, specialmente per quei consumatori non ancora pronti alla transizione verso il “green”.