Alle lobby green piace vincere facile: per farlo, bisogna barare sui numeri e avere media e social compiacenti, come nel caso delle vendite mondiali di auto elettriche in aumento a giugno 2025. Una bella fake news, costruita con astuzia in un momento di profonda crisi delle full electric. In realtà, a crescere del 24% a 1,8 milioni è un gruppone misto formato da BEV elettriche e PHEV ibride a benzina ricaricabili, con motore a combustione. Fonte: la società di ricerche di mercato Rho Motion, che spiega con trasparenza e in dettaglio il mix fra le macchine a corrente e quelle a benzina nello stesso maxi insieme.
Quelle PHEV che danno tanto fastidio ai gruppi di potere verdi
Sono proprio le PHEV che crescono da paura, specie in Cina. In realtà, in USA le elettriche vanno malissimo. In UE, siamo a un pietoso 15% di quota, che arriva al 17% grazie al doping di Francia e Germania, e agli sconti delle Case in certi periodi, spaventate dalle multe di 16 miliardi di euro di Bruxelles. In quanto al Celeste Impero, sono le PHEV a fare una strage di cuori, specie in vista della fine dei sussidi. Perché danno noia ai gruppi di potere verdi? Perché le ibride ricaricabili sono il simbolo della sconfitta planetaria delle elettriche, nonostante mega bonus, incentivi, super sanzioni, controllo della comunicazione e della narrazione nei social e nel web. Con ripercussioni sui fornitori.
Ragione semplice
E perché mai i nostri amici ecologisti, così puliti e puri, sono costretti a mischiare BEV e PHEV? Facile. Se analizzassero solo le BEV, i numeri sarebbero drammatici. Con le PHEV, si bara, un po’ come al gioco delle tre carte sul tavolino di qualche quartiere metropolitano.

La narrazione green delle elettriche
Negli Stati Uniti, le elettriche sono zombie che camminano (poco, vista l’autonomia): la legge di bilancio del presidente Donald Trump ha ridotto i crediti d’imposta prima del previsto. In UE, alle prese con uno tsunami di disoccupazione automotive e con una crescente insoddisfazione delle politiche sinistroide verdi, la Commissione è sempre più debole politicamente, con la Germania alle prese con una crisi mai vista. In più, non comprando il gas russo a basso prezzo e di alta qualità, l’UE è nei guai per i costi immensi dell’energia, necessaria per fare elettriche e batterie.
Il peggio in arrivo per le BEV
I Gruppi auto si trovano ad affrontare una tariffa del 25% sulle importazioni negli Stati Uniti, il secondo mercato automobilistico più grande al mondo, che ha costretto molte di loro a rivedere le previsioni per il 2025. Per cui, le elettriche quei Paesi che le producono se le devono tenere. In UE, visto che i privato scappano dalle BEV, si cerca a tutti i costi di farle digerire con l’obbligo per le aziende: flotte elettriche per il bene del mondo. Sta di fatto che è tutto innaturale, forzato, spinto: si cerca un altro secondo obbligo pesante a carico delle ditte, delle partite IVA, delle aziende (piccole, medie e grandi): obbligo di elettrico.