Il motore a combustione interna sembra destinato a diventare un pezzo da museo. Con l’elettrificazione che avanza a passi da gigante e le normative ambientali sempre più stringenti sull’utilizzo del carburante tradizionale, il futuro appare inevitabilmente dominato dal silenzio dei propulsori elettrici. Tuttavia, una startup svizzera di nome Synhelion sta cercando di riscrivere le regole, proponendo una soluzione rivoluzionaria.
Stiamo parlando di un carburante sintetico prodotto utilizzando solo luce solare, acqua e CO2, in grado di funzionare nei motori attuali senza alcuna modifica. Quello che Synhelion definisce “benzina solare” è un combustibile liquido a zero emissioni nette di carbonio, frutto di un processo industriale altamente innovativo che sfrutta il potenziale termico dell’energia solare concentrata.
A differenza dell’energia fotovoltaica, qui la luce solare viene concentrata attraverso migliaia di specchi intelligenti (eliostati), che inseguono il sole durante la giornata e riflettono i suoi raggi verso un ricevitore posto in cima a una torre. Il calore generato può superare i 1.200 gradi, una temperatura superiore alla lava vulcanica. Questo calore alimenta un reattore termochimico proprietario, dove avviene la scissione delle molecole d’acqua e della CO2 in syngas, una miscela di idrogeno e monossido di carbonio.

Il syngas è poi trasformato in un liquido intermedio chiamato syncrude, che può essere raffinato in benzina, diesel o carburante per jet con le stesse caratteristiche dei combustibili fossili, ma senza origine petrolifera.
Nel giugno 2024, Synhelion ha inaugurato DAWN, il primo impianto solare a scala industriale nel suo genere, situato a Jülich, in Germania. Questa installazione non è solo una dimostrazione tecnica, ma una prova concreta della fattibilità del progetto, anche se per ora la produzione è limitata a poche migliaia di galloni all’anno.
Per dimostrare l’efficacia del carburante, la società ha condotto test pratici su veicoli reali. Il primo è stato un giro in Harley-Davidson alimentata esclusivamente da carburante solare, guidata dal professor Aldo Steinfeld, ideatore del sistema. Il secondo test ha coinvolto un’Audi Sport Quattro del 1985, portata a scalare il Passo della Furka senza alcuna modifica al suo iconico cinque cilindri turbo. Un vero e proprio spettacolo, pensato per conquistare il cuore degli appassionati.

Ma la tecnologia non si ferma alla produzione di giorno. Synhelion ha integrato un sistema di accumulo termico (TES) capace di trattenere il calore durante le ore diurne e rilasciarlo durante la notte, permettendo all’impianto di operare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a costi decisamente inferiori rispetto alle batterie tradizionali e senza dipendenza da materiali rari.
Dobbiamo dirlo, le sfide non mancano. I costi di produzione elevati e la necessità di scalare rapidamente per avere un impatto globale sono ostacoli significativi. Tuttavia, con un secondo impianto produttivo in costruzione e un’avviamento previsto per il 2027, Synhelion punta a industrializzare il processo e renderlo economicamente sostenibile, anche grazie a futuri incentivi e normative legate alla carbon tax. Per ora, quindi, la “benzina solare” è più un assaggio del futuro che una realtà di massa.