L’espansione automotive della Cina non conosce confini: esporta dal Dragone auto in Europa, e intende manifestare la propria superiorità aprendo fabbriche nel Vecchio Continente. Lo ha fatto BYD, ci pensano altri, lo pianifica Changan. Così, ciao ciao dazi UE elettriche Made in China. Bruxelles ha solo una soluzione, ossia tariffe anche per i cinesi che producono in Europa. E barriere anche sulle PHEV a benzina ibride plug-in. Dopo il pasticcio auto elettrica Green Deal UE 2019, l’unica soluzione è chiudersi a riccio impauriti, in una sorta di Medioevo delle vetture.

Parla Changan: in Europa per l’Europa
Sentiamo il responsabile marketing europeo Nic Thomas. Changan: “Siamo convinti dell’importanza di stare in Europa, producendo in Europa per l’Europa. Stiamo lavorando a soluzioni che ci permettano di produrre direttamente qui”.
L’Italia ha qualche speranza?
BYD ha scelto l’Ungheria per due motivi: basso costo dell’energia (Budapest compra gas da Putin, non come il resto dell’UE); il no dei magiari ai dazi UE. Altri cinesi pensano alla Spagna. Chery, in collaborazione con Ebro, produce auto nello stabilimento ex Nissan di Barcellona. L’Italia ha qualche speranza? Poche. L’energia vola su livelli stratosferici, danneggiando imprese e famiglie con bollette stellari; inoltre, abbiamo detto sì ai dazi. Se Pechino viene nel nostro Paese, è per divorare quote di mercato, come han fatto MG (SAIC), BYD, Jaecoo. Tutt’al più, da noi, un centro stile: decine di posti di lavoro. Ma a noi servono decine di migliaia di posti di lavoro.

Cosa vuol fare Changan in Europa
La Casa intende stabilire operazioni in tutta Europa entro il 2028, perché introdurrà nove modelli nei prossimi tre anni. I primi due? Deepal S07 e il Deepal S05, rispettivamente un SUV elettrico di medie dimensioni e un SUV compatto leggermente più piccolo, disponibile sia come veicolo elettrico puro che con estensore di autonomia. Ha più marchi: oltre a Changan (per famiglie), ecco Deepal (per i giovani) e Avatr (premium). Intende poi investire in ricerca e sviluppo, e creare una rete di con 1.000 punti vendita e di assistenza entro il 2030, partendo da circa 100 concessionari entro la fine del 2025.
Assumerà 1.000 dipendenti locali, con circa 500 professionisti già impiegati in Europa, inclusi designer e ingegneri esperti dall’Italia e dal Regno Unito. Potrà stabilire un quartier generale europeo nei Paesi Bassi per le operazioni commerciali e una sede per le vendite a Monaco di Baviera, in Germania. Servirà anche un un magazzino ricambi centrale nei Paesi Bassi. I target? Vendere 300.000 veicoli in Europa entro il 2030, contribuendo al suo obiettivo globale di 3 milioni di mezzi entro il 2025 e 5 milioni entro il 2030.