La cinese BYD all’assalto della Germania: suicidio automotive dei Verdi tedeschi

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dalla Cina con furore: BYD prevede di aumentare rapidamente le vendite in Germania.
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Il Dragone è scatenato e sorride innanzi al suicidio automotive dei Verdi tedeschi: il vicepresidente esecutivo Stella Li, in un’intervista al quotidiano Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, lancia l’assalto alla Germania. Il colosso orientale aumenterà le vendite in terra teutonica entro sei mesi. I Green di Berlino nell’Ue hanno ucciso l’auto termica, dove i Gruppi germanici erano fortissimi, per spostare l’attenzione sulle elettriche (e sulle ibride plug-in), dove l’ex Celeste Impero è irresistibile. Ora sono dolori per l’economia della Germania e del Vecchio Continente, per il settore auto: disoccupazione, tensioni sociali. L’inferno. 

Dazi inutili e dannosi

La scorsa settimana, i Paesi dell’Unione europea hanno deciso con un voto divisivo di imporre tariffe fino al 45 percento sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina, una risposta alla velocità e alla sofisticatezza dei produttori di veicoli elettrici cinesi che minacciano l’Europa. Si prevede che l’UE e la Cina continueranno i colloqui per trovare un’alternativa alle tariffe, possibilmente su un modo per controllare i prezzi e i volumi delle esportazioni. Al contrario, le barriere medievali fanno male al libero mercato. Niente e nessuno fermeranno mai BYD e gli altri, troppo più forti nell’elettrico. I ridicoli micro dazi fanno il solletico. Si dovevano piazzare o nessun dazio o tasse del 100% o 200% come in Usa. La solita manfrina burocratica, che va bene per misurare le cozze e i tappi di bottiglia.

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BYD in Ungheria

Comunque, il gigante orientale inizierà a produrre auto entro la fine del 2025 in Ungheria. Ciao ciao dazi. E così faranno anche le altre cinesi, in Spagna, Turchia e forse altrove. Non in Italia, troppo filo Ue e contro la Cina, visto che ha detto sì ai dazi. “Penso che diventeremo un importante partecipante al mercato qui in Europa”, ha detto Stella Li. I team di vendita tedeschi sono stati ampliati per lavorare sulla conquista della fiducia dei consumatori, poiché la strategia dell’azienda era quella di stabilire la propria presenza a lungo termine. I prezzi? Fra 25.000 euro e 30.000 euro. In quanto ai dazi, almeno all’inizio può essere che BYD e gli altri non alzino i listini. Tanto, i margini di profitto sono giganteschi. In ogni caso, niente auto low cost. La società cinese ha rilevato il suo distributore in Germania, Hedin Electric Mobility. Sta investendo miliardi di dollari in stabilimenti di produzione in Europa, Asia e Sud America per servire i mercati locali e aggirare le barriere commerciali che vengono erette contro i veicoli elettrici cinesi. L’azienda ha già una fabbrica in funzione in Thailandia e sta costruendo una maggiore capacità produttiva in Ungheria, Brasile e Turchia.

Low cost: quale prezzo?

Una low cost è tale a che prezzo? Dipende. In Italia, nazione in gravissima difficoltà anche a livello occupazionale, specie al Sud, una low cost a nostro avviso gira attorno a 10.000 euro. Pertanto, cautela a considerare una macchina da 25.000 euro o 30.000 a prezzo basso. Si attende la BYD Seagull ben al disotto dei 20.000. Da capire come e quanto la Leapmotor T03 a 17.900 euro possa fare breccia: conteranno qualità e rete distributiva.

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