La guerra delle fonti rinnovabili per l’auto elettrica: meno vincoli

Walter Gobbi
fonti rinnovabili

Abiti in Italia, Paese più bello del pianeta: sei in collina. Per cambiare il mondo, servono le pale eoliche e i parchi solari. Dove piazzare tutto questo per favorire le fonti rinnovabili e la decarbonizzazione, nonché l’auto elettrica? Sulla tua collina. Ti piace l’idea? Questo è il guaio delle fonti rinnovabili e dei vincoli a livello paesaggistico imposti dagli Enti locali: Comuni, Province, Regioni.

Ma ora il Governo Draghi è scatenato. C’è sì il vincolo paesaggistico: un limite previsto dalla legislazione italiana su terreni o immobili di particolare valore storico, ambientale o culturale. Per tutelare le aree di maggior pregio, mitigando l’inserimento di e di infrastrutture in questi contesti. Se il vincolo oggi è marcato, l’Esecutivo mira a renderlo meno forte.

Se l’idea diverrà realtà, sarà sempre necessario chiedere una specifica autorizzazione. Tuttavia, l’ok arriverà più facilmente di oggi. Fondamentale il Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Qui si gioca la partita del futuro. Bisognerà operare col bisturi. Chiaro che non puoi devastare il paesaggio. Ma se serve la transizione elettrica, da qualche parte si dovrà iniziare.

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Fonti rinnovabili: dove e come

Vedi i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia. E i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia. Poi le montagne per la parte eccedente 1600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole.

Nonché i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi. E i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento.

Dopodiché, ci saranno le proteste di chi in quei contesti ci abita. Ognuno vorrà che i parchi eolici e solari e quant’altro vengano creati altrove. Una sorta di ping pong fra gli abitanti delle zone dove potenzialmente potrebbero nascere le infrastrutture.

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