La sinistra europea è a favore dell’auto elettrica o contro? 

Ippolito Visconti Autore News Auto
Per anni la sinistra europea ha detto sì all’auto elettrica nell’Ue: ha messo al bando le vetture termiche a benzina o diesel nel 2035. Adesso, a un millimetro dalle elezioni di giugno, non si capisce più niente, e c’è una retromarcia della politica.
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Per anni la sinistra europea ha detto sì all’auto elettrica nell’Ue: ha messo al bando le vetture termiche a benzina o diesel nel 2035. Adesso, a un millimetro dalle elezioni di giugno, non si capisce più niente, e c’è una retromarcia della politica, che parla di clausola di revisione nel 2026, e di aperture di vario genere verso altre soluzioni. Poi ci sono i manifestanti di sinistra in Germania che dicono no all’auto elettrica perché le batterie sono fatte col litio. Quindi, ricapitolando: prima hanno detto sì, poi forse, e no al contempo. Un mistero europeo. 

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La sinistra e la macchina a batteria: rapporto equivoco

Gli ecotalebani che vogliono distruggere la Gigafactory Tesla a Berlino intendono difendere Argentina, Bolivia e Cile, i vertici del “triangolo del litio”, fondamentale per le batterie delle macchine elettriche. Problema: l’attività estrattiva ha un prezzo in termini ambientali ed economici. È vero? Certo. Ma perché mai se ne sono accorti solo ora? Ieri volevano l’elettrico per difendere l’ambiente, oggi dicono che l’elettrico i problemi all’ambiente li crea. Dovrebbero decidersi su cosa fare da grandi.

I laghi evaporati col litio: caccia alla salamoia

La questione riguarda antichissimi laghi ora evaporati: dietro, c’è una crosta di sali ricca di svariati minerali. Dentro, ecco il litio (foto d’apertura). Da risucchiare col Direct lithium extraction (Dle): si inietta acqua sottoterra, si crea una salamoia pompata in superficie. Qui è lasciata evaporare in stagni immensi. Dopo due anni, si arriva a una seconda miscela concentrata, e si separano i minerali. In spazi immensi: servono specchi d’acqua artificiali creati per le salamoie che squassano i territori. Tipo le saline accecanti.

Per estrarre una tonnellata di litio, c’è bisogno di 2.000 litri d’acqua. Poi le Gigafactory necessitano di acqua. Insomma, sì, l’auto elettrica inquina. Le emissioni per la costruzione delle batterie al litio nei Paesi asiatici vanno da 120 a 500 kg di CO2 per kWh di batteria: si impiega il carbone per l’energia elettrica necessaria al processo manifatturiero, specie in Cina. Sì, nazione inquinante che invade il pianeta con l’auto elettrica. Un dato recente fornito da Green CAP: un’auto con batteria tra 50 e 60 kw/h produce emissioni di CO2, nel suo ciclo di vita, pari a 7 milioni di tonnellate. Dalla nascita, passando per l’esistenza, sino alla morte: smaltimento.

Allarme Africa e auto elettriche

Poi c’è il tema Africa: in passato, tre miniere di litio in Zimbabwe, Namibia e Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono collegate a importanti segnali di corruzione. Occhio a possibili violazioni dei diritti umani e ambientali. Anche per altro: cobalto, oro, ferro, bauxite, rame, carbone, titanio, uranio.

Come ne usciamo? Diesel no, benzina no, ibride no perché han dentro benzina e batteria, elettriche no. Non ci muoviamo più: ci chiudiamo in casa. Serve un’auto che non abbia mai bisogno di fonti fossili, pannelli solari, litio, elio, idrogeno né alla produzione né in circolazione.

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