Lobby alla carica in UE contro auto a benzina e diesel

Gli operatori della ricarica vogliono che l’UE insista col bando termico 2035.
BEV vs benzina BEV vs benzina

C’è solo l’auto elettrica, sì al bando termico, no a benzina e diesel: è il succo del pensiero degli operatori della ricarica. Charge France, che riunisce 18 importanti gestori di stazioni di ricarica elettrica (tra cui Electra, Engie Vianeo, Powerdot, Fastned, Allego, Drivewco, Ionity, Izivia e Atlante), Alpitronic e Transport & Environment, importanti membri del settore della mobilità elettrica in tutta Europa, offre ai decisori le raccomandazioni per raggiungere il 100% elettrico entro il 2035 e rispettare gli obiettivi europei. Insomma, la lobby green delle BEV pressa l’UE.

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No all’auto termica, neppure PHEV: ecco perché

Per gli operatori della ricarica, il vantaggio delle BEV è chiaro: in Francia, il veicolo elettrico è già meno costoso da possedere e guidare rispetto a un veicolo termico o a un ibrido ricaricabile nel 100% dei casi e consente fino a 1.600 € di risparmio all’anno per una famiglia. L’autonomia media dei nuovi modelli supera i 500 km, i tempi di ricarica si riducono a circa venti minuti e si accelera l’implementazione di stazioni di ricarica ultraveloci. Anche l’impatto macroeconomico è significativo: l’elettrificazione della flotta consentirebbe di ridurre del 15% le importazioni europee di petrolio entro il 2035, con un risparmio annuo di 40-45 miliardi di euro. Infine, l’analisi ambientale è chiara: un veicolo elettrico emette in media tre volte meno CO₂ di un veicolo termico in Europa e fino a nove volte meno in Francia , grazie al mix energetico.

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Al contrario, i veicoli ibridi plug-in vengono guidati molto poco in modalità elettrica (dal 45 al 50% del tempo per i veicoli privati, dal 10 al 15% per le auto aziendali). Hanno costi di gestione più elevati ed emettono fino al doppio di un veicolo 100% elettrico durante l’intero ciclo di vita. Pertanto, non andrebbero bene neppure le PHEV, le termiche ibride a benzina ricaricabili.

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Confimprenditori italiani: ma quale auto elettrica

Siccome bisogna democraticamente dar voce a tutti, riportiamo quanto sostiene Confimprenditori italiani. Il governo Meloni – è il ragionamento – continua a stanziare incentivi importanti per l’acquisto di auto elettriche: sono previsti fino a 11.000 euro per le persone fisiche e 20.000 euro per le microimprese. Risorse significative che testimoniano la volontà di spingere i cittadini e gli imprenditori verso la mobilità elettrica. “Ma se le istituzioni europee e italiane pretendono che i cittadini e gli imprenditori si adeguino a questa transizione, allora è giusto che siano le prime a dare il buon esempio. Ci aspettiamo che il governo italiano, a partire dalla Presidenza del Consiglio, e la Commissione europea, si dotino di un parco auto interamente elettrico”. Come dire: inizia tu con le BEV.

“Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni abbandonino le auto a benzina sulle quali viaggiano e si spostano quotidianamente e acquistino le stesse vetture che vogliono imporre ai cittadini e agli imprenditori. Solo così la politica potrà dimostrare coerenza e credibilità, evitando di chiedere sacrifici sempre e solo alle famiglie e alle imprese. Non è accettabile che i cittadini e le PMI debbano sostenere costi elevati e affrontare le difficoltà della transizione, mentre i palazzi del potere continuano a viaggiare con le auto blu tradizionali. Se la mobilità elettrica è davvero il futuro, allora lo si dimostri nei fatti, a partire dalle istituzioni”.

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