L’abbuffata di auto elettriche del Green Deal 2019 diviene indigesta per l’UE, che intende abolire il ban termico 2035: paladina del full electric è la Spagna, sola soletta. Così le lobby verdi si aggrappano a Madrid nel tentativo di vincere ancora come sei anni addietro. Ma le cose cambiano, come amano dire gli yankee. All’epoca, la Germania sinistroide ultra verde e la Francia – allegramente accompagnate dai Paesi Bassi – fecero trionfare la macchina a batteria. Adesso, col terrore della disoccupazione, dell’instabilità politica e dell’avanzata delle destre, resta solo il governo iberico a favore della macchina a pile.
Lobby green e Spagna: la resistenza elettrica
Ecco per sommi capi il contenuto della lettera del capo del Governo spagnolo, Pedro Sánchez, al presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Per sostenere il settore automobilistico, il cui pacchetto sarà annunciato la prossima settimana, incluse potenziali flessibilità per gli obiettivi del Regolamento CAFE per il 2035, la Spagna vorrebbe sottolineare l’importanza di preservare l’attuale livello di ambizione, soprattutto “perché il mercato identifica già i veicoli elettrificati come l’opzione più efficiente e competitiva”.
La Commissione ha già introdotto flessibilità modificando il Regolamento sugli standard di CO2 per consentire ai produttori di calcolare la media delle loro prestazioni su un periodo di tre anni (2025-2027). “Qualsiasi rischio aggiuntivo innescherebbe un significativo ritardo negli investimenti di modernizzazione”.
La spinta verso l’elettrico
Sosteniamo quindi – dice la Spagna all’UE – che i veicoli a combustione o altre tecnologie prive di comprovata fattibilità possano continuare ad essere commercializzati oltre il 2035. Pertanto, l’imminente regolamento sulle flotte aziendali dovrebbe introdurre requisiti minimi per l’elettrificazione delle flotte aziendali al fine di consolidare un modello di mobilità elettrica sostenibile e connesso in tutta l’Unione. Tali misure non solo accelereranno la transizione, ma rafforzeranno anche la competitività, promuoveranno l’innovazione e garantiranno che tutti gli Stati membri contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi climatici in modo equo e coordinato.
La Spagna chiede inoltre l’istituzione di una sottocategoria di omologazione per la “Piccola Auto Accessibile“. Questa categoria può includere requisiti di impronta di carbonio per componenti chiave delle auto piccole, come batterie e acciaio, al fine di incoraggiare e sostenere la produzione locale.
Il mito delle batterie
Un forte pacchetto di Potenziamento delle Batterie (Strong Battery Booster package) è un altro elemento cruciale per salvaguardare la competitività tecnologica europea e rafforzare la resilienza delle sue catene di approvvigionamento.

L’acciaio verde
È importante anche promuovere il contenuto di acciaio verde nel settore automobilistico. Ciò richiede la definizione di un solido “marchio di acciaio verde” che rifletta il percorso di produzione, tenendo conto dei diversi metodi di produzione (elettrico versus ossigeno di base) e delle attuali linee di base di emissioni. “Questo quadro incentiverebbe pratiche di produzione più ecologiche e fornirebbe un riferimento affidabile per garantire che l’acciaio verde sia realmente sostenibile”.
Un’accozzaglia di luoghi comuni: no al black out
Questa qui su la lettera in estrema sintesi. Tutti dogmi smentiti dalla realtà. L’auto elettrica ha portato solo povertà e disoccupazione. La Spagna ha i suoi bei motivi per tifare full electric, che qui non indaghiamo: invasione cinese in primis. Affari suoi. Ma non può pretendere di trascinare tutti nel gorgo a tutela dei suoi interessi. Sotto il profilo industriale, non vogliamo black out.
