Meloni e Salvini dicono no all’auto elettrica, Urso dice sì con aiuti

Ippolito Visconti Autore News Auto
Nel governo, ora la posizione di Urso è davvero nuova.
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Il 28 aprile 2024, Giorgia Meloni dice: l’elettrico come unica soluzione è un suicidio. Era intervenuta a Pescara per la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. La premier sostiene di essersi battuta e di voler continuare a farlo contro la follia ideologica che in Europa porterà – alla fine delle vendite di nuove auto diesel e benzina nel 2035. Salvini, vicepremier, è sulla stessa linea: il full electric come regalo alla Cina.

Urso, ministro Imprese, invece afferma oggi: “Domani chiederemo ai governi e alla Commissione europea di anticipare la clausola di riesame prevista nel 2026 ai primi mesi dell’anno prossimo e di anticipare le decisioni al secondo trimestre 2025. A quel punto avremo due strade: la prima è la strada maestra di confermare l’obiettivo del 2035, ma decidendo altresì di realizzare le condizioni necessarie per raggiungerlo; la seconda è posticipare il passaggio all’elettrico. Noi preferiamo la prima strada, rendendo sostenibile l’obiettivo del 2035”.

Con le risorse

Urso parla di risorse comuni sufficienti per accelerare la transizione. Di obiettivi coerenti con le esigenze di autonomia strategica dell’Europa. Per creare le condizioni affinché tutto ciò che serve alla produzione green sia sotto controllo europeo, estratto, lavorato nel continente o comunque lavorato in Paesi dai quali possiamo avere garanzie di fornitura. Occorre garantire la neutralità tecnologica per la decarbonizzazione. Se no, stop alle vendite di nuove auto diesel e benzina: “Non è questo che vogliamo, ma noi vorremmo la prima strada sulla quale si può trovare la massima convergenza”. 

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Per Urso, c’è il teatrino

Urso ancora: “Deve finire il teatrino delle finzioni, altrimenti saremo di fronte a un dramma, con gli operai che manifesteranno a Bruxelles come hanno fatto gli agricoltori. E l’industria dell’auto europea finirà nel burrone”. Il ministro sonda l’interesse di altri Paesi verso la proposta del governo italiano di rinviare il bando delle endotermiche. O, in alternativa, di accelerare su tecnologie, produzione delle imprese e sostenere l’acquisto di auto elettriche costose che oggi non sono alla portata dei lavoratori. “Bisogna tenere conto anche delle considerazioni degli altri Paesi”. La Germania dice di “essere disponibile a ragionare su tutto, sulla neutralità tecnologica, sui fondi comuni europei, sull’autonomia strategica della catena del valore, ma vuole sia mantenuto il target del 2035. Bene, proviamo allora a costruire un percorso che mantenga questo target”.

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