Noleggio auto, che svolta in Italia: i dati del 2022

M Magarini
Fari auto

Lo scoppio dell’emergenza sanitaria da Coronavirus ha provocato degli enormi danni all’economia di tutto il mondo. Anche l’industria delle quattro ruote ne ha pagato pegno, soffrendo in maniera terribile. Oggi, a tre anni di distanza dall’inizio della pandemia, tanto sembra essere cambiato. La crisi precedentemente avvertita dagli operatori di settore continua, ma con una gravità inferiore. Per uscirne completamente bisognerà insistere, senza credere di aver raggiunto gli obiettivi prefissati. Nell’ultimo rapporto pubblicato, Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital) ha analizzato lo stato di salute del noleggio auto lungo la nostra penisola.

I dati sono un consuntivo del rendimento avuto nel 2022, che, rispetto ai numeri totalizzati un anno primo, segnalano una forte crescita, portando a uno share superiore del 30 per cento nelle registrazioni in Italia. Scendendo nel dettaglio, si nota un deciso cambio di tendenze dei sottoscrittori, relativamente ai sistemi di alimentazione. Difatti, il 56 per cento dei veicoli sono plug-in hybrid, mentre il 32 per cento è full electric. Dati alla mano, quasi 4 macchine a basse o zero emissioni su 10 piazzate nel Belpaese sono passate di mano mediante la formula del noleggio auto. Ciò che per molti consisterebbe in un punto di arrivo, per gli specialisti costituisce uno di partenza, date le allettanti prospettive all’orizzonte.

Il 23 per cento delle immatricolazioni in Italia nel 2022 è avvenuto con il noleggio a lungo termine

noleggio lungo termine

Le società del noleggio a lungo termine hanno registrato un record storico di targhe lungo lo Stivale, pari a 361 mila esemplari, corrispondenti al 23 per cento sulle 1.316.702 proposta acquistate nel corso dell’intero 2022. Il deciso sviluppo è dipeso soprattutto da un paio di fattori: le consegne sono ripartite, grazie alle minori difficoltà avvertite nella catena di approvvigionamento. In secondo luogo, la formula stuzzica ormai un numero sempre più elevato di soggetti privati, muniti o meno di Partita Iva. In passato prerogativa delle imprese, il NLT è stato definitivamente sdoganato e lo si ravvisa nei numeri.

L’Aniasa ha approfittato dell’occasione per lanciare un messaggio all’esecutivo, reclamando una revisione dei criteri di detraibilità, cosicché vada a colpire chi inquina maggiormente. Intanto, 30 multinazionali hanno esortato la Commissione Europea a disporre l’elettrificazione completa delle flotte entro la fine del decennio, rafforzando l’impegno nella realizzazione delle infrastrutture di ricarica, di carattere sia pubblico sia privato.

Stando alla tesi portata avanti dagli operatori della filiera, ciò si tradurrebbe in una serie di vantaggi. Anzitutto, i privati avrebbero maggiormente accesso ai veicoli, andando a contrastare la prospettiva secondo cui diverranno un bene di lusso in futuro, andando a tagliare fuori le classi meno benestanti. Dunque, attraverso la suddetta manovra diminuirebbe pure il grado di dipendenza dai Paesi importatori di petrolio. L’Opec (il maggiore cartello dell’oro nero) ha inasprito le tariffe e, per non rimanere alla mercé dei Paesi che ne fanno parte, l’accelerazione nella mobilità green costituirebbe una mossa adeguata. Infine, le emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente finirebbe per diminuire drasticamente, nel giro di poco tempo. I continui messaggi di allerta lanciati dagli ecologisti hanno portato a una maggiore consapevolezza sulle questioni inerenti alla mobilità green.

Sebbene il rispetto del Pianeta vada perseguito mediante una serie di canali, quello dei trasporti sarebbe in grado di dare un importante contributo. Oltretutto, l’eventuale svolta normativa andrebbe incontro alla differente modalità d’uso. Anziché essere vincolate necessariamente all’acquisto, le vetture possono essere ritenute un servizio, di cui godere fino al momento in cui non lo si riterrà più opportuno.

È altrettanto centrale la battaglia per ridurre l’età media del parco circolante, particolarmente alta lungo la nostra penisola, pari a 12 anni e due mesi. Un’enormità, che si avverte, a maggior ragione, se paragonata con altri tre major markets, vale a dire la Francia, la Germania e il Regno Unito, che si attestano sui 10. Lo svecchiamento ventilato si tradurrebbe in livelli inferiori di CO2 rilasciati nell’ambiente, sicché con il passare del tempo gli standard di omologazione delle emissioni sono diventati ben più severi. Un secondo vantaggio attiene alla sicurezza su strada, considerati i notevoli progressi tecnologici compiuti dalle compagnie nella dotazione di bordo. I sistemi ausiliari alla guida introdotti hanno abbassato di parecchio il rischio di incorrere in incidenti automobilistici e le conseguenze, qualora accadano.

Il breve termine e il car sharing: meglio del 2021, peggio del periodo ante Covid

noleggio auto a lungo termine

Se passiamo in rassegna il noleggio a breve termine emerge altresì un progresso degno di nota, a conferma dei cambiamenti avvenuti nei gusti della clientela. Con le restrizioni adottate dal Governo che si sono man mano allentate, la domanda ha avuto dei forti incrementi, passando dai 24.485.476 giorni di noleggio del 2021 ai 31.496.262 del 2022. Ciononostante, rimangono lontani i 36.482.382 risalenti al 2019. Ad aver inciso in misura negativa sono state le criticità negli approvvigionamenti, dei quali abbiamo parlato in precedenza. I tempi di attesa necessari hanno spinto i possibili sottoscrittori a rivolgersi altrove, finendo così per penalizzare il comparto. In aggiunta, le stesse Case automobilistiche hanno cominciato a preferire degli altri canali, rivelandosi, nella loro prospettiva, più proficui.

Le medesime considerazioni valgono pure in riferimento alla pratica del car sharing. Attualmente sono quasi due milioni e mezzo i fruitori, con una flotta rappresentata da appena 3.650 unità. Paragonando i valori al 2021 si ravvisa una crescita, ma ciò non è comunque stato sufficiente a eguagliare le cifre del 2019. Dall’Aniasa mandano un appello agli enti politici, affinché vi riservino un trattamento favorevole, visti i notevoli vantaggi associati. In un periodo del genere, dove è essenziale ridurre il traffico e le emissioni di sostanze nocive nei centri abitati, il car sharing può fornire un importante contributo.

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