Non trattare la tua ibrida plug-in come un’auto elettrica, non c’è abitudine peggiore

È sempre bene ricordare che un’auto PHEV, o ibrida plug-in, nasce come vettura evoluta, ma non come “alternativa totale” all’elettrica.
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Quando si parla di auto elettriche, ibride ed ibride plug-in, conoscere a fondo il proprio mezzo non è solo una questione di efficienza, ma anche di convivenza pacifica con il resto della grande comunità (percepita o meno) di automobilisti. Nessuno ama leggere manuali d’uso, ma tra le pagine della tua ibrida plug-in può esserci l’elisir che può trasformarti in un automobilista più preparato e persino meno odiato. Il perché? La confusione con un veicolo elettrico puro.

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Il punto caldo riguarda quei veicoli che, per definizione, possono funzionare in modalità elettrica ma hanno anche un motore a benzina pronto a intervenire. La tentazione di alcuni utenti di fermarsi a una colonnina pubblica e attaccarsi al cavo potrebbe essere quasi irresistibile. Si tratta comunque di ottimizzare la tua autonomia elettrica e risparmiare carburante.

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Questo gesto, però, spesso scatena l’ira dei possessori di elettriche “per davvero”, che non hanno alcun piano B se non ricaricare. Potrebbe esserci più di automobilista che arriva in rosso con la sua elettrica, cercando disperatamente una colonnina rapida e la trova occupata da un’ibrida plug-in che, in realtà, avrebbe potuto continuare tranquillamente il viaggio accendendo il motore termico.

Lo sappiamo, i veicoli PHEV, ibridi plug-in, nascono come ibridi evoluti, non come alternative totali agli elettrici. Sono pensati per dare il meglio nei tragitti urbani, sfruttando la modalità elettrica sulle brevi distanze e passando al motore a combustione per i percorsi lunghi. Le batterie ridotte si ricaricano facilmente a casa (oltre che parzialmente in marcia con il motore a combustione), anche con una semplice presa da 120 volt durante la notte. Ecco perché intasare le colonnine pubbliche non solo è spesso superfluo, ma rischia di far crescere la tensione tra automobilisti.

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Se per inseguire quel record personale si blocca una stazione rapida, si rischia di passare da “eco-driver” a “villain” delle colonnine. Inoltre l’ibrida non ha bisogno del voltaggio della stazione pubblica. La soluzione più intelligente potrebbe essere semplicemente usare la modalità ibrida nei viaggi lunghi, riservare la modalità elettrica agli spostamenti brevi e lasciare la ricarica rapida a chi davvero non può farne a meno. In fin dei conti, possedere un’ibrida plu-in significa aver scelto di guidare un’auto con due anime a disposizione.