Nel mondo delle auto elettriche, la battaglia non è più solo tra cavalli e coppia motrice, ma tra chimiche e cicli di ricarica. L’ultima dichiarazione shock arriva da StoreDot, che sostiene di aver trovato la formula magica: una batteria in grado di durare quasi 1 milione di chilometri e di caricarsi in tempi da record, al punto da spazzare via uno degli alibi di chi rifiuta l’elettrico perché molte vetture ci mettono troppo a ricaricare e hanno gli “anni contati” prima del degrado delle batterie.
Il cuore della rivoluzione di StoreDot è un anodo a predominanza di silicio, progettato per superare i limiti che hanno reso il silicio, finora, una scommessa rischiosa. Questo materiale ha infatti un enorme potenziale, può contenere fino a dieci volte più energia rispetto alla grafite, ma tende a espandersi e sgretolarsi con l’uso. Il risultato possibile è che le batterie invecchiano male, proprio come il nostro smartphone dopo due anni di cariche frenetiche.

StoreDot afferma in un recente comunicato stampa di aver risolto l’equazione. Nei test di laboratorio la nuova cella ha superato 2.000 cicli completi di carica e scarica, mantenendo le prestazioni. Tradotto in chilometri reali, significa percorrere l’equivalente di 960.000 chilometri senza dover cambiare pacco batterie, un traguardo che la colloca sullo stesso livello delle migliori celle a grafite attualmente in commercio.
Grazie a questa chimica innovativa, la batteria garantisce circa 150 km di autonomia in appena cinque minuti di ricarica. Altro che pausa caffè forzata in autogrill: qui si parla di un pit stop degno della Formula 1.

Secondo il Chief Science Officer di StoreDot, David Lee, si tratta di un risultato monumentale con ricarica lampo e lunga durata finalmente nello stesso pacchetto. Il bello è che il silicio è abbondante, meno costoso e più sostenibile rispetto a molti metalli oggi utilizzati, un vantaggio che potrebbe abbattere sia i costi di produzione sia l’impatto ambientale. La tecnologia, inoltre, sarebbe pronta per essere integrata nelle gigafactory esistenti, senza attendere nuove infrastrutture. Non a caso diversi costruttori sono già in trattativa per adottarla nei futuri modelli elettrici.