Il lungo percorso di Volkswagen verso una batteria standardizzata da impiegare in tutta la sua gamma di veicoli elettrici sembra finalmente aver raggiunto un traguardo concreto. Al recente IAA Mobility di Monaco, il più grande evento automobilistico europeo, la casa tedesca ha annunciato di aver completato lo sviluppo della sua “cella unificata”, delineando un piano preciso per il futuro della tecnologia che potrebbe rappresentare la chiave per rendere più redditizia la produzione di auto elettriche.
L’obiettivo di Volkswagen è semplice ma ambizioso: abbattere i costi di produzione grazie a economie di scala, ottimizzando uno degli elementi più costosi e determinanti di ogni auto elettrica, appunto, la batteria. Non è un caso che, fatta eccezione per Tesla, pochi costruttori siano riusciti a generare profitti con i modelli elettrici, spesso frenati dal prezzo elevato delle celle e dalla produzione limitata.
L’Europa, alle prese con normative ambientali che risultano ancora molto stringenti e con la concorrenza aggressiva dei marchi cinesi, guarda a questa innovazione come a una leva strategica. Prodotta da PowerCo, la controllata Volkswagen specializzata in batterie, la nuova cella prismatica entrerà in produzione nello stabilimento di Salzgitter già nelle prossime settimane, con un incremento significativo previsto per il 2025. La diffusione proseguirà poi negli impianti in Spagna (2026) e in Canada (2027).

Entro il 2030, fino all’80% dei modelli del Gruppo, da Volkswagen e Skoda fino ad Audi e Porsche, adotterà questa soluzione modulare, destinata anche ai mercati USA e Asia. La nuova cella promette un’autonomia fino a 450 km per i modelli più compatti basati sulla piattaforma MEB+, come la futura ID. Polo o la Cupra Raval.
Grazie a una densità energetica di 660 Wh/l, le prestazioni risultano superiori del 10% rispetto alle precedenti generazioni. Il design prismatico cell-to-pack consente inoltre di integrare direttamente le celle nei pacchi batteria, riducendo peso, costi e parti aggiuntive, liberando spazio utile per aumentare la capacità complessiva.
Volkswagen prevede di utilizzare diverse chimiche. Inizialmente nichel-manganese-cobalto (NMC), seguite dalle più economiche e durevoli LFP (litio-ferro-fosfato) e, in futuro, dalle promettenti celle al sodio e allo stato solido. Quest’ultima tecnologia, considerata il “Santo Graal” delle batterie, è ancora lontana dalla commercializzazione, ma la Casa tedesca ha già mostrato un prototipo su una moto Ducati con celle sviluppate da QuantumScape.

Il progetto non sarà affrontato in solitaria. Circa metà della produzione sarà affidata a partner come CATL, Samsung SDI, LG Energy Solution e Gotion. Le applicazioni non si limiteranno alle auto, ma riguarderanno anche i sistemi di accumulo energetico della divisione Elli, che lancerà entro fine anno un impianto da 40 MWh.