Le auto moderne hanno raggiunto livelli di prezzo molto più elevati rispetto al passato recente, e non si tratta soltanto di una pura percezione. Le ragioni sono molteplici e affondano le radici soprattutto nelle normative ambientali e di sicurezza che l’Unione Europea ha introdotto progressivamente, imponendo ai costruttori adeguamenti tecnici onerosi. E inevitabilmente, questi oneri finiscono per gravare anche sui consumatori.
Basta guardare indietro al 2019, l’ultimo anno “normale” prima della pandemia, per rendersi conto di quanto lo scenario sia mutato. Le vetture devono rispettare standard di emissioni sempre più stringenti: la normativa Euro 6, entrata in vigore già nel 2015, è stata continuamente aggiornata con varianti contraddistinte da lettere dell’alfabeto, dalla 6a fino alla 6D-Final del 2021. In questo percorso, i limiti agli ossidi di azoto e al particolato sono diventati via via più severi, obbligando anche i motori a benzina ad adottare filtri fino ad allora riservati ai diesel. A ciò si è aggiunta la misurazione delle emissioni attraverso protocolli più realistici come il WLTP e l’RDE, basati su test su strada. Ma non è tutto.

Dobbiamo citare anche la normativa Euro 7, che entrerà in vigore tra il 2026 e il 2027. Pur essendo meno rigida di quanto inizialmente previsto, introduce concetti rivoluzionari, come il monitoraggio delle emissioni provenienti da freni e pneumatici, che riguarderà anche i veicoli elettrici. Inoltre, i costruttori dovranno garantire il rispetto dei limiti per 10 anni o 200.000 km, con prove condotte in condizioni di guida estreme.
Parallelamente, il tema della sicurezza ha imposto nuovi obblighi. Dal luglio 2024, tutte le auto di nuova immatricolazione devono essere dotate di sistemi Adas come la frenata automatica di emergenza, l’assistente al mantenimento della corsia, i sensori di parcheggio, l’Intelligent Speed Assist e persino la predisposizione per l’Alcolock. A queste dotazioni si aggiunge l’obbligo per le elettriche e le ibride plug-in di emettere un suono artificiale fino a 20 km/h per proteggere i pedoni.

Il risultato di questa stratificazione normativa è chiaro. I costi di produzione sono esplosi. Jean Philippe Imparato di Stellantis ha stimato in circa 2.000 euro l’aggravio per omologare una semplice utilitaria. Un dato che spiega come mai, rispetto al 2019, quando c’erano quasi 50 modelli sotto i 15.000 euro, oggi se ne trovi praticamente uno.