Influencer verdi in estasi per il 16,4% di quota mercato auto elettriche a ottobre 2025 in Unione Europea: hanno poco da festeggiare in realtà, perché con questo ritmo lo share auto elettriche vendite in UE sarà del 100% elettriche solo nel 2060. Altro che ban termico 2035. Le BEV viaggiano con 25 anni di ritardo. Un treno lumaca.
La matematica condanna l’auto elettrica UE
È una nostra proiezione lineare, cioè assumendo che la quota BEV continui a crescere ogni anno dello stesso numero di punti percentuali osservato finora. Siamo al 16,4%, diamo 2,4 punti percentuali/anno come crescita media estratta dal passato, si prosegue fino al 100%. Risultato: 2060. E siamo pure generosi: 2,4 punti percentuali/anno con tutto il doping possibile e immaginabile. Una atleta che assume doping per 16 anni, volendo fare quattro Olimpiadi sui 100 metri.
Eppure ci sono pressioni fortissime di gruppi di potere green, bonus a pioggia, km zero per dopare il mercato, artifizi di ogni tipo per evitare le multe UE alle Case (16 miliardi di euro). I dinosauri modaioli hanno un arbitro fazioso che in una partita fischia cinque rigori a favore inesistenti ed espelle due avversari. Nonostante ogni tipo di “droga” di mercato possibile e immaginabile, l’elettrico arranca. Se fosse un successo, le Case e i governi chiederebbero la conferma del ban termico e ci sarebbe piena occupazione. Viceversa, siamo alle prese con un disastro epocale e tanta voglia di termico: benzina e diesel puliti e vincenti per liberarci delle automobiline a piletta.
Crescita alla camomilla
La quota di mercato dei BEV è passata dal 2% nel 2019 al 16,4% di ottobre 2025. L’elettrico è un pachiderma che si smuove solo con le cannonate: 100% nel 2060 se il doping km zero e incentivi resta. Senza, con un arbitro imparziale, le BEV non vincono più una partita neppure piangendo. Si è in gravissimo ritardo rispetto all’obiettivo 2025: di qui multe pesantissime e acquisti di crediti verdi dai cinesi e da Tesla.
Primo guaio
Il problema dell’elettrico è la sua crescita lineare: non c’è mai stata una salita esponenziale, un exploit. Tutto forzato. Come una medicina dal pessimo sapore. Si ingoia a forza un pochino per volta. Questa è una proiezione puramente matematica e lineare, che ipotizza che la crescita continui esattamente allo stesso ritmo medio del 2019-2024. No alle ipotesi fantasiose, già sentite: l’elettrico che ci invade, l’aumento degli occupati nelle fabbriche. Un minimo di serietà, per cortesia. E di rispetto verso chi perde il lavoro.
La scusa: le normative UE impongono un obiettivo del 100% di vendite a zero emissioni entro il 2035, il che implicherà un’accelerazione della crescita molto più rapida rispetto a quella lineare calcolata. No: molte Case all’inizio, nel 2020, ci stavano. Ma in futuro scapperanno dal Titanic che affonda: vogliono fare profitti, non perdere quattrini mentre l’orchestrina suona.
Secondo: si va a macchia di leopardo
Belgio: 35%
Danimarca: 70%
Finlandia: 39%
Francia: 20% con il leasing sociale dagli esiti tutti da vedere quando si daranno le macchine indietro piene di danni
Ungheria: 9%
Norvegia: 97%
Polonia: 8%
Portogallo: 25%
Slovenia: 12%
Spagna: 11%
La Germania ha raggiunto il 18,9%, la sua quota di BEV migliore dalla fine dei sussidi. Senza bonus, le vendite si paralizzano. UK fa un po’ storia a sé, essendo uscita.
L’Italia rimane paralizzata intorno al 5,2%. Come se non esistesse. Poi qui c’è il problema gravissimo del parco vetusto del Sud Italia senza i blocchi delle Regioni e le ZTL spietate, presenti invece al Nord.
