Le lobby verdi UE contro i 120 maiali per auto: governo italiano e biocarburanti nel mirino

T&E parla di spinta della lobby petrolifera per una scappatoia UE nei biocarburanti: questa potrebbe creare una domanda insostenibile di grassi animali e olio da cucina usato. Cosa c’entra l’Italia.
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Il 10 dicembre 2025 l’Unione Europea determina il futuro dell’auto, e allora Transport & Environment scende in campo con decisione: contro i 120 maiali per vettura, con governo italiano e biocarburanti nel mirino. Bruxelles è sotto pressione da parte dei settori dei carburanti e automotive – dice T&E – affinché consenta la vendita di nuovi motori a combustione che funzionano con biocarburanti dopo la scadenza del 2035 per le auto a zero emissioni. Ma nuove analisi rileverebbero che la domanda aggiuntiva creata dall’inserimento di questa scappatoia potrebbe portare a macchine, aerei e navi a consumare da 2 a 9 volte più biocarburanti avanzati di quelli che si possono ottenere in modo sostenibile nel 2050.

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Cosa c’entra l’Italia coi biocarburanti: metafora dei 120 maiali

L’Italia è contro il ban termico 2035, pro biocarburanti (mentre la Germania è pro e-fuel). Pertanto l’associazione ambientalista cita il governo Meloni. Parla di scappatoia sostenuta dall’esecutivo italiano: porterebbe le auto a divorare le risorse molto limitate di biocarburanti sostenibili e avanzati, rendendo più difficile rendere più ecologica la sostenibilità di settori difficili da decarbonizzare come l’aviazione. I biocarburanti avanzati come quelli a base di rifiuti non sono scalabili. L’Europa importa già oltre l’80% del suo olio da cucina usato da paesi come Cina e Malesia, mentre le auto europee già utilizzano 1,3 milioni di tonnellate di grassi animali all’anno – l’equivalente di 200 milioni di maiali macellati. E ogni auto nuova che funziona con biocarburanti di scarto richiederebbe 120 maiali all’anno o 25 kg di patatine al giorno, la tesi di T&E.

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Cosa dice il grafico su

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È intitolato “Non ci sono abbastanza biocarburanti avanzati per tutti”: illustra come la potenziale “scappatoia” per i biocarburanti spingerebbe la domanda totale dell’UE ben oltre quanto può essere fornito in modo sostenibile nel 2050. La domanda totale di biocarburanti avanzati nel 2050, se fosse introdotta la scappatoia che permette al 20% delle nuove auto di funzionare con questi carburanti. Questa domanda è composta dalla richiesta dei settori aereo e marittimo (blu scuro), dall’uso esistente nel trasporto su strada (azzurro) e dalla domanda potenziale aggiuntiva causata dalla scappatoia per le auto (arancione/rosso).

La disponibilità sostenibile (verde) di biocarburanti avanzati in Europa, anche nello scenario più ottimistico si attesta intorno ai 35 Mtoe (Milioni di ​tonnellate ​equivalenti di ​petrolio). La domanda totale prevista (circa 80 Mtoe) è più del doppio della disponibilità sostenibile (circa 35 Mtoe), supportando l’affermazione che la domanda supererebbe la fornitura sostenibile da 2 a 9 volte nel 2050.

    Pericolo truffe

    Il grande divario tra la domanda e la disponibilità di biocarburanti provenienti da fonti sostenibili aumenterà la dipendenza dell’Europa dalle importazioni: fino al 90% nel 2050, prosegue T&E. Questo aumenterebbe anche il rischio di frodi, dove olio di palma vergine e altri oli vegetali commestibili vengono spacciati come oli di scarto. Perché le lobby di auto e petrolio promuovono soluzioni insufficienti quando abbiamo una tecnologia pronta nelle auto elettriche? Questa pressione per una scappatoia nei biocarburanti è semplicemente una tattica di ritardo che renderà l’Europa poco competitiva nel mercato globale dei veicoli elettrici. 

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    Se governo italiano, Case e produttori di biocarburante volessero replicare a T&E, questo spazio è a disposizione.