Commodizzazione dell’auto UE: ecco il pericolo attuale. Il rischio cioè che le vetture europee si somiglino troppo, spesso per via di economie di scala all’interno di uno stesso Gruppo multimarca. Tradotto in economia aziendale, si ha la distruzione di valore aggiunto e conseguentemente del profitto. Un mezzo che devi usare per 37 km al giorno, non di più: la media calcolata chissà da chi. E che prende in esame la nonnina al volante dell’utilitaria come il 60enne che fa ogni tanto 500 km in un weekend, il 22 enne che la usa per 200 km in tre giorni. Una media sballata e assurda, che toglie la libertà di guidare quando si vuole e come si vuole. Un veicolo senz’anima, senza passione, con la piletta, un’automobilina alla spina per tristi spostamenti limitati. In mercati maturi o molto affollati, è difficile mantenere unicità.
Questa distopia europea va in parallelo col sorriso termico degli USA e la risata elettrica delle splendide BEV cinesi ultra prestazionali. Mentre da noi ci si accontenta di qualche iniezione di doping per le elettriche tramite incentivi assurdi.
SI corre spediti contro un muro
L’elettrico come acceleratore del processo di standardizzazione delle piattaforme: le Case si sono raggruppate abbandonando il carattere distintivo, il profumo della storia. Con perdita di identità. La commoditizzazione si verifica quando i prodotti, unici e differenziati alla nascita, vengono progressivamente percepiti dai consumatori come beni intercambiabili sotto il profilo estetico. Uno vale l’altro: decide il prezzo.
Gran parte delle prestazioni di un veicolo elettrico (autonomia, potenza, tempo di ricarica) sono determinate dalla batteria e dalla sua gestione software. I componenti sono forniti da pochi grandi player globali soprattutto asiatici. Comanda la forza tecnologica della Cina. Fantasia, creatività ed estro europei, coltivati in un secolo, si gettano alle ortiche in nome della presunta emissione zero: bugia, perché fare ed eliminare la batteria sporca il globo terracqueo, mentre è il carbone che produce l’energia elettrica.
Il campo di battaglia si sposta dalla meccanica al software di bordo, ai sistemi di assistenza alla guida e ai servizi digitali post-vendita. Per contrastare la commoditizzazione e proteggere il profitto, le Case cercano di generare ricavi ricorrenti attraverso abbonamenti per funzionalità software o servizi personalizzati. Qui entra in gioco l’interfaccia utente/esperienza (infotainment), che trasforma il veicolo in dispositivo tecnologico.

La soluzione
Ci sarebbe da eliminare il vincolo anti libertà del tutto elettrico 2035 EU. Oppure sarebbe necessaria una trasformazione strategica che sposti la proposta di valore: sviluppare software di gestione della propulsione e dell’assetto che diano una firma inconfondibile. Con investimenti giganteschi che però nessuno ha intenzione di affrontare.
