Per avere successo sul mercato auto elettrica, serve sistema: siccome questo non c’è in Europa, le Case UE possono combattere la battaglia BEV trasferendosi in Cina. Dove trovi le condizioni per competere coi concorrenti cinesi, ossia batteria, motore, hardware, software, terre rare e chip.
Europa in Cina con VW a tutto elettrico
Martedì, il Gruppo Volkswagen tedesco ha annunciato sul suo sito web il completamento del suo nuovo centro di collaudo e R&S a piattaforma completa, la Volkswagen Group China Technology Company (VCTC), a Hefei, nella provincia cinese orientale di Anhui. Questo nuovo centro è il primo nella storia di Volkswagen in grado di completare un ciclo di sviluppo completo della piattaforma veicolo – dal concetto alla preparazione per il mercato – al di fuori della Germania.
VW lo faceva un po’ anche col termico, ma al contempo furoreggiava in Europa. Adesso, nel centro di Hefei i veicoli prodotti per la prima volta in totale autonomia con costi di produzione fino al 50% più bassi rispetto a quelli in Germania: dietro c’è il nuovo centro da 2,5 miliardi di euro: la seconda Wolfsburg in Cina. Questa mossa strategica, il modello Hefei, rappresenta una profonda sinergia Cina-Germania in mezzo alla radicale trasformazione del settore automobilistico globale.

Il Celeste Impero regna sull’elettrico
Secondo il Financial Times, una volta operativo il centro di R&S di Hefei ridurrà il ciclo di sviluppo dei veicoli di circa il 30%, mentre i costi per alcuni nuovi modelli potrebbero diminuire fino al 50%. In sostanza, Volkswagen ha trovato una svolta per aumentare la sua competitività mettendo radici in Cina. In passato, i prodotti sviluppati in Germania venivano successivamente introdotti nel Paese del Dragone, dove il ruolo di Pechino era principalmente quello di catena di montaggio e terminale di vendita. Oggi, l’istituzione del centro di collaudo e R&S di Volkswagen in Cina dimostra che la nazione è passata dall’essere la fabbrica del mondo a rappresentare un polo di innovazione.
D’altronde, la superpotenza asiatica combina scala di mercato, dinamismo innovativo e un sistema industriale completo, assieme a un impiego straordinario dell’Intelligenza Artificiale.
VW esporta dalla Cina
La Reuters riferisce che Volkswagen ha già iniziato a esportare modelli Made in China in Medio Oriente e prevede di espandersi ulteriormente nel Sud-Est asiatico e nell’Asia centrale, cercando di sfruttare il suo crescente know-how nelle tecnologie cinesi per competere a livello globale. Il centro di collaudo e R&S di Hefei non solo arricchisce le scelte per i consumatori cinesi, ma rafforza anche il ruolo della Cina come nuovo laboratorio globale di innovazione.
Emigrazione di massa in Cina: qui l’auto viene osannata
Volkswagen è un caso isolato? No: Tesla ha costruito una Gigafactory a Shanghai. BMW ha quattro importanti basi di R&S e innovazione a Pechino, Shanghai, Shenyang e Nanchino. Toyota trasferirà l’autorità decisionale per lo sviluppo di futuri modelli in Cina dalla sua sede in Giappone alla nazione asiatica. Phoenix ha lanciato un progetto di Gigafactory a catena di valore completa a Nanchino.
Non è colpa della Cina se i modaioli verdi hanno imposto il Green Deal auto elettrica in UE: Pechino – con la sua mentalità giovane – si è limitata a ricevere l’assist d’oro involontario di gruppi di anziani e a mettere la palla nel sacco. Uno a zero e partita quasi finita. Unica salvezza, l’eliminazione totale del ban termico, nonostante le pressioni tremende delle lobby ecologiste.
