Sciopero sindacati: rischio incidente diplomatico per Stellantis

Ippolito Visconti Autore News Auto
In un momento delicatissimo, ecco un altro guaio, con date che si sovrappongono per Stellantis e i sindacati.
stellantis fabbrica

Caos date, calendari, agenda di impegni: rischio incidente diplomatico fra Stellantis e i sindacati per l’incontro prima dello sciopero. In un momento delicatissimo, ecco un altro guaio, con meeting che si sovrappongono. Tavares invita i metalmeccanici l’11 ottobre 2024. I confederali chiedono di spostare tutto a dopo la manifestazione. Arrivano le sigle minori Ugl, Fismic e Quadri e accettano l’invito. Non si capisce più niente, aiuto.

Tutto nasce il 24 settembre 2024

Tre settimane fa, il 24 settembre 2024, i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella indicono una conferenza stampa: snocciolano i dati preoccupanti sul crollo dei volumi produttivi di Stellantis in Italia. Paura disoccupazione, chiusure, si vede l’inferno in faccia. A rischio 25 mila addetti. Pertanto, sciopero generale e manifestazione a Roma per il 18 ottobre 2024. 

Tavares dice di aver ricevuto l’invito per partecipare in audizione ai lavori della X Commissione Attività produttive, su iniziativa del presidente Alberto Luigi Gusmeroli, per l’11 ottobre. Arriva l’invito da parte del numero uno di Stellantis per incontrare i sindacati l’11 mattina, prima della seduta in Commissione, aduna settimana dallo sciopero e dalla manifestazione del settore. 

stellantis fabbrica

Agitazione totale

Le sigle non gradiscono. Vogliono prima lo sciopero, e poi l’incontro. Tavares vuole prima l’incontro. I sindacati interpretano l’invito di Stellantis come un tentativo, per fare cosa? Magari per rendere lo sciopero meno duro, ammorbidendo tutti grazie al meeting precedente.

Il 27 settembre, le segreterie nazionali dei metalmeccanici premono Tavares affinché sposti l’incontro dell’11 ottobre: “Siamo consapevoli della condizione critica e siamo attivi per salvaguardare e rilanciare il presente ed il futuro dei lavoratori dell’automotive e di Stellantis. In questi mesi, abbiamo chiesto ripetutamente un confronto con tutti gli interlocutori istituzionali e di impresa al massimo livello, fino a coinvolgere direttamente l’amministratore delegato e la presidente del Consiglio. Tanto che siamo impegnati in un’importante iniziativa di sciopero e manifestazione nazionale a Roma il 18 ottobre, in tutto il settore”. Poi la richiesta: spostare l’incontro alla settimana successiva.

Gli altri no, questi sì

Invece Aqcfr (Associazione Quadri), Fismic e Uglm fanno sapere che invece parteciperanno all’incontro con Tavares, convocato da Stellantis a Roma il prossimo 11 ottobre. 

stellantis fabbrica

E quando c’è l’incontro con Meloni?

Altra confusione, nella marea. C’è la richiesta urgente di un incontro direttamente alla presidenza del Consiglio per esaminare la crisi di un settore chiave per la manifattura in Italia e in Europa. Al tavolo operativo che si è insediato al ministero delle Imprese non hanno fatto seguito impegni concreti sui volumi produttivi in Italia da portare a quota un milione di veicoli al 2028 (o al 2030, oppure 1,4 milioni al 2030, chissà, ci sono sempre numeri nuovi). Insomma, tante parole, zero fatti.

Il 18 sciopereranno anche i lavoratori di commercio e somministrazione. Poi ci sono i lavoratori della componentistica non meccanica legata alla filiera industriale dell’automotive: 45 mila. È fortissima la preoccupazione per la profonda crisi che sta colpendo il settore, in particolare rispetto alle aziende che lavorano prevalentemente per Stellantis. Quest’ultima sta chiedendo alla prima fascia di fornitori di delocalizzare le produzioni in Marocco e Tunisia, dopo che negli anni scorsi sono stati progressivamente spostati volumi nell’Est Europa, dice la filiera. Non ultima, la paura delle concessionarie: elettriche invendute e trasformate in km 0. Costosissime e scomodissime, non se le fila nessuno. Alla base c’è lei, la maledetta auto elettrica imposta con l’imbuto dall’Ue, rifiutata da tutti: una maledizione Green che distrugge l’automotive e genera tensioni sociali terrificanti. Sarà un fine 2024 orribile per tutta l’Europa coinvolta nella produzione di veicoli. Suicidio pazzesco, mentre la Cina gode con le sue elettriche e il controllo totale della filiera, dalle batterie in poi.

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