La prossima settimana il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incontrerà il nuovo CEO di Stellantis, Antonio Filosa, e successivamente il team di Anfia, per discutere dell’attuazione del Piano Italia e delle strategie condivise per rafforzare la posizione dell’industria automobilistica italiana in Europa.

Secondo il ministro, il momento è cruciale e richiede l’impegno e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti. Urso sottolinea come il futuro produttivo italiano sia minacciato da molteplici incertezze tra cui, si citano, l’uso esteso e continuativo degli ammortizzatori sociali, la carenza di novità capaci di garantire volumi adeguati, rinvii ripetuti di programmi già annunciati e alcune decisioni inizialmente errate seguite da tardivi correttivi. A ciò si aggiungono le pesanti ripercussioni delle politiche europee, spesso guidate da scelte ideologiche, sul comparto automotive nazionale.
Il Tavolo Stellantis, ricordato dal ministro, si è concluso nel dicembre 2024 con la presentazione del Piano Italia, mentre il Tavolo Automotive continua a lavorare attivamente: quest’anno si è già riunito due volte e la prossima sessione, prevista in ottobre, sarà dedicata alla presentazione delle nuove iniziative, tra cui accordi di innovazione, mini-contratti di sviluppo e un nuovo credito d’imposta per le aziende che investono in ricerca e tecnologia. “Nessuno stabilimento sarà chiuso”, avrebbe rassicurato Stellantis al ministro.

Urso, parlando al Giornale, evidenzia che la crisi del settore non nasce in Italia ma in Europa, alimentata dal Green Deal. Le associazioni dei produttori e dei fornitori hanno inviato un appello alla Commissione, sollecitando la piena neutralità tecnologica e la possibilità di continuare a produrre motori endotermici oltre il 2035. La situazione tedesca e quella della componentistica elettrica confermano la gravità del problema, con tagli di migliaia di posti di lavoro e fallimenti industriali come quello di Northvolt in Svezia.
Le prospettive di rilancio sono concrete ma non è facile vederne i contorni. Il cosiddetto Piano Italia prevede investimenti da 2 miliardi e contratti per 6 miliardi nella componentistica italiana, con la prospettiva di una ripresa produttiva graduale se verranno modificate le normative europee.
Urso sottolinea anche l’importanza del dialogo strategico tra le associazioni del settore e la Commissione Ue, mirato a una revisione pragmatica delle regole del Green Deal, troppo punitive per le industrie europee. Secondo il ministro, il lavoro di squadra con altri governi, Anfia e Confindustria, insieme al cambio di governance in Stellantis, ha aperto la strada a scelte più equilibrate, garantendo il mantenimento di tutti gli stabilimenti italiani e la continuità produttiva.