Stellantis, la Cina la schiaccerà? Caos a Bruxelles

M Magarini
La Cina schiaccerà Stellantis? A Bruxelles sta succedendo il finimondo, con un insistito appello all’Unione Europea affinché intervenga.
Stellantis

Nervi tesi a Bruxelles. La prospettata invasione delle auto cinesi in Europa sta provocando gran rumore, fino a far vacillare delle alleanze storiche. Politico, testata molto informata su quel che avviene negli organismi comunitari, ripercorre gli ultimi avvenimenti, aventi per protagonista il Governo francese e, indirettamente, il gruppo Stellantis.

Stellantis, la Cina dà fastidio: la Francia esorta l’Unione Europea ad agire

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Fra poche ore il presidente dell’UE, Ursula von der Leyen, terrà un discorso al Parlamento e sembra che questo potrebbe essere uno dei temi caldi trattati. L’amministrazione Macron avrebbe cominciato a dirsi spazientite dalle manovre dello Stato asiatico. Alla stessa von der Leyen avrebbe esercitato delle pressioni affinché indica l’ennesima indagine antidumping sulle auto cinesi elettriche.

A spingerlo in direzione è il timore di vedere l’industria locale in apnea. Le aggressive politiche commerciali attuate da Pechino rischierebbero di togliere competitività alle industrie della terra d’oltralpe, che hanno soprattutto due nomi: Stellantis e gruppo Renault. Mentre un Costruttore di lusso quale Bugatti fa storia a sé, le due realtà votate anche ai volumi di massa non dormono serene. Oltretutto, Parigi ha una partecipazione in Stellantis, in virtù delle quote di Peugeot acquistate anni fa.

All’epoca il Leone era in piena crisi e pur di evitare la bancarotta chiese aiuto alle autorità politiche. Il lascito di allora lo si percepisce pure oggi, tanto da aver fatto paventare il clamoroso ingresso del Governo italiano nel nuovo conglomerato. Un’eventualità presto smentita da John Elkann, non soffrendo di difficoltà economiche.

Da mesi i portavoce transalpini avrebbero attuato un pressing a tutto campo. E l’insistenza avrebbe determinato “crescenti irritazioni” sia a Bruxelles sia a Berlino. Qualora l’indagine stabilisse delle politiche di dumping, sarebbe concreta l’eventualità di imporre ulteriori dazi doganali sulle auto cinesi. E il cancellierato di Olaf Scholz cova la preoccupazione di riportare delle conseguenze per le compagnie locali. Difatti, i piani alti cinesi potrebbero adottare delle contromosse a discapito dei Costruttori tedeschi.

Eppure, Parigi sarebbe irremovibile sulla questione e desidera che se ne parli nel discorso in programma fra poche ore. Comunque, l’appello della Francia difficilmente verrà accolto. Lo spiega a Politico un dirigente anonimo del settore, secondo cui si canti e balli sul nulla. Un teatrino inutile, in quanto nessuno pensa di intraprendere una guerra commerciale con la Cina, potenzialmente in grado di far saltare in aria Volkswagen.

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