Stellantis, la startup di battery swap fallisce dopo appena sei mesi

Dopo soli sei mesi è fallita la startup Ample, in cui Stellantis aveva investito, che si occupava della tecnologia battery swap.
Stellantis Ample battery swap Stellantis Ample battery swap

Il battery swap avrebbe dovuto rappresentare una scorciatoia verso il futuro dell’auto elettrica, ma la realtà si è rivelata molto più complessa. Nonostante i risultati deludenti ottenuti da NIO, pioniera di questa tecnologia, anche Stellantis ha deciso di provarci, sostenendo il progetto della startup americana Ample. L’esperimento, però, è durato pochissimo.

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Stellantis, fallito il progetto battery swap: la startup dichiara bancarotta

Stellantis Ample battery swap

A soli sei mesi dall’avvio delle attività, Ample ha alzato bandiera bianca. L’azienda ha infatti presentato istanza di bancarotta secondo il Chapter 11 negli Stati Uniti, presso il tribunale del Distretto Meridionale del Texas. Una fine rapida per una società che puntava a rivoluzionare il modo di “rifornire” le auto elettriche.

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L’idea dietro questa tecnologia era quella di evitare di attendere la ricarica alle colonnine. L’automobilista, infatti, avrebbe potuto recarsi in una stazione dedicata e sostituire la batteria scarica con una carica in circa cinque minuti. Un sistema pensato per eliminare i lunghi tempi di attesa e ridurre l’ansia da autonomia, almeno nelle zone coperte dal servizio. In più, il modello prevedeva l’acquisto dell’auto senza batteria, da noleggiare poi tramite abbonamento.

Stellantis aveva visto in questa soluzione un possibile valore aggiunto per il car sharing, con l’obiettivo di integrare il battery swap nella flotta Free2Move, utilizzando la Fiat 500e. Tuttavia, il mercato ha preso una direzione diversa. Il rapido sviluppo delle infrastrutture di ricarica ad alta potenza ha reso lo swapping sempre meno necessario. Oggi molte auto elettriche riescono a recuperare gran parte dell’autonomia in una ventina di minuti, riducendo drasticamente l’attrattiva di un sistema alternativo, costoso e logisticamente complesso.

Stellantis Ample battery swap

Anche dal punto di vista dei clienti, l’idea non ha mai davvero convinto. Pagare un abbonamento extra per l’utilizzo delle batterie intercambiabili non è risultato appetibile, così come ha pesato la diffidenza verso il rischio di ricevere accumulatori già usurati. Tutti elementi che hanno contribuito a frenare l’adozione del servizio.

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Nel corso della sua breve esistenza, Ample era riuscita a raccogliere complessivamente circa 330 milioni di dollari. Oggi, però, l’azienda però ha debiti per circa 100 milioni e asset stimati tra i 10 e i 50 milioni di dollari. La società sta cercando un finanziamento d’emergenza da 6 milioni per saldare gli stipendi arretrati, prima di avviare la liquidazione definitiva.

Il fallimento è stato formalizzato negli Stati Uniti, ma l’impatto si estende anche all’Europa. Ample operava infatti in Spagna, dove una stazione inaugurata solo lo scorso settembre è già stata smantellata. In assenza di comunicazioni ufficiali, è probabile che anche le altre infrastrutture europee vengano presto dismesse.