Stellantis, l’affondo: “Cuore e portafogli battono altrove”

M Magarini
Sui piani di Stellantis e le parole di John Elkann divampano le polemiche: che il cuore e il portafoglio battano altrove?
Stellantis

In questi ultimi giorni si parla molto della situazione di Stellantis e dei suoi piani futuri per l’Italia. Le parole pronunciate dal suo amministratore delegato, Carlos Tavares, hanno scatenato la “rivolta” della popolazione, così come della classe politica. Riassumendo, il CEO ha parlato di un possibile ridimensionamento degli impianti situati lungo la nostra penisola nel caso in cui il governo continui a cooperare poco.

Affondo su Stellantis e John Elkann

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Nella fattispecie, il top manager ha puntato il dito contro la presunta mancanza di incentivi, evidenziando che il miliardo stanziato nel 2024 non è stato sufficiente. Sulla vicenda hanno preso posizione sia la premier Giorgia Meloni sia altri esponenti del Consiglio dei ministri, da Adolfo Urso a Matteo Salvini, ma anche i media hanno preso una netta posizione in proposito.

In un editoriale di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, il celebre giornalista ha fatto il punto della situazione, arricchendo il tutto con alcune considerazioni personali. Una domanda provocatoria da lui posta riguarda le origini di John Elkann: è davvero italiano? Né il nome né il cognome lo sono, inoltre è nato a New York e vive in giro per il mondo. In secondo luogo, si domanda se abbia a cuore le sorti del Belpaese o esclusivamente del suo impero.

Stellantis ha capitale a maggioranza francese e un amministratore delegato portoghese, ex uomo di Groupe. Quindi, Sallusti si interroga sui possibili scenari futuri. John Elkann farà qualcosa di utile per la terra d’origine della fu Fiat? Il governo Meloni è restio a sostenere Stellantis in assenza di garanzie concrete di investimenti in Italia. Una posizione ritenuta giustificata da Stellantis dinanzi all’atteggiamento di John Elkann, apparentemente incerto.

Stellantis

In un incontro a Roma con il Capo di Stato, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, l’imprenditore ha rassicurato le autorità, ma alcune decisioni non convincono. In particolare, sembra che i progetti più importanti siano tutti commissionati agli stabilimenti francesi. Il Paese d’oltralpe ha una partecipazione azionaria nel capitale di Stellantis, retaggio delle quote ottenute in passato, mentre Peugeot rischiava di dichiarare bancarotta.

Si è fatta largo l’ipotesi di un ingresso italiano nella struttura, tuttavia permangono grossi ostacoli, innanzitutto di carattere economico, dato l’ingente investimento necessario per pareggiare la controparte. Oltretutto, Elkann ha sempre respinto l’ipotesi, ritenendola sensata solo se Stellantis navigasse in cattive acque, cosa che effettivamente non è, malgrado il gruppo Volkswagen abbia registrato un calo nelle immatricolazioni in Europa.

Una stoccata finale Sallusti la riserva ai sindacati, colpevoli di assenteismo. Dovrebbero essere in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori italiani; tuttavia, la Cgil di Maurizio Landini dà l’impressione di essere più preoccupata di altro.

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