Sembrava tutto pronto per supportare l’avvio della produzione della nuova Fiat Grande Panda nello stabilimento Stellantis serbo di Kragujevac, ma un intoppo burocratico ha rimesso tutto in discussione.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Milano Finanza, circa 40 lavoratori provenienti dal sito Stellantis di Melfi, inviati in trasferta per accelerare l’assemblaggio della nuova vettura compatta (e della “gemella”, in termini tecnici, Citroen C3), sono stati richiamati improvvisamente in Italia. Ci sarebbero, infatti, delle irregolarità nei documenti di soggiorno e lavoro, che rischiavano di farli rientrare nella categoria degli “immigrati illegali” secondo la normativa serba.

Ricordiamo infatti che la Serbia non è parte dell’Unione Europea, e per operare regolarmente sul suo territorio sono necessari permessi specifici, che nel caso degli operai melfitani non erano completati correttamente. Uno dei lavoratori coinvolti ha descritto la situazione agli autori di Milano Finanza come un caso di “disorganizzazione totale”, senza sapere se la responsabilità fosse da attribuire alla parte italiana o a quella serba.
Il risultato è che, trascorsi i 90 giorni di soggiorno massimo consentito senza permesso di lavoro, tutti i dipendenti risulterebbero costretti a rientrare nel nostro Paese, con pochissimo preavviso.

Questa gestione frettolosa ha causato ulteriori disagi, come ad esempio l’affitto già pagato per un mese successivo in Serbia da parte di diversi operai, che non hanno potuto nemmeno concludere la loro missione lavorativa. Stellantis, interpellata sul caso, ha definito l’accaduto un “problema amministrativo risolvibile”, specificando che la situazione ha coinvolto esclusivamente i dipendenti del plant di Melfi, mentre quelli provenienti da Pomigliano d’Arco e Atessa continuano a operare in Serbia senza complicazioni.
Le ripercussioni però potrebbero farsi sentire anche sulla catena produttiva della Grande Panda, già rallentata per la scarsità di componenti. Si era recentemente arrivati a un ritmo di 150 auto al giorno, contro l’obiettivo iniziale di 500. Ora, con l’assenza forzata di 40 operai, è probabile un ulteriore calo nella produzione. Un operaio ha dichiarato che “forse ci richiameranno ad agosto”, ma al momento non ci sono conferme ufficiali da parte dei soggetti coinvolti negli accordi per la sede serba di Stellantis.