Un tribunale della provincia cinese dello Hunan impone la chiusura joint venture fra la cinese GAC e FCA (Stellantis) per bancarotta, dopo un’agonia. Era nata nel 2009 da un accordo tra l’allora Fiat e Guangzhou Automobile Group per rilanciare la presenza della Casa italiana nel Celeste Impero.

Joint venture fra la cinese GAC e FCA (Stellantis): non è mai stata una storia d’amore
Ma da quelle parti le cose sono sempre andate male per il costruttore nostrano. Zero prodotti in grado di catturare l’interesse dei cinesi, bilanci aziendali da anni in profondo rosso. Risultato: Stellantis ha riorganizzato le attività, per poi presentare istanza d’accesso alle procedure fallimentari previste dalle normative locali. I modelli Jeep, iconici a livello globale, non hanno trovato risonanza in Oriente, stoppati dalla ferocia agonistica di Pechino. Che ha sospinto i player casalinghi a tutto spiano. Non molto convincenti le Fiat Viaggio e Ottimo (foto su). In quanto a PSA, aveva faticato con Dongfeng e Changan: pertanto, dalla fusione con FCA non è uscito nulla di buono nel Regno di Mezzo.
In un mercato super competitivo, serviva una rete di vendita capillare con un marketing mirato sono. Troppa concorrenza, sia cinese sia di altre joint venture. Stop Stellantis pertanto alle emorragie finanziarie. S’inizia dalla Cina. Senza i vincoli di una collaborazione, il Gruppo avrà più libertà di definire la propria strategia in Oriente.

Collaborazioni coi cinesi: spesso un boomerang
Sino al 2018, l’Europa vedeva nella Cina l’Eldorado auto per fare profitti: un po’ tutte le Case hanno provato ad accelerare con le joint venture, considerate la porta d’ingresso nel Paese del Dragone. L’idea base? Combinare il know-how produttivo e il design occidentale (e nippo) con la conoscenza cinese del mercato locale. All’inizio Volkswagen, General Motors, Toyota e Honda hanno costruito fortune grazie alle joint venture sul breve termine. Ma il progetto è spesso divenuto un boomerang nel tempo: gli orientali ci hanno rubato il mestiere gratuitamente. Superandoci in scioltezza con le elettriche e le tecnologie di bordo. In quanto a GAC e FCA, s’è trattato di un fallimento sin da subito. Rammentiamo queste fra le principali:
- Audi & Volkswagen con SAIC & FAW;
- BMW con Brilliance;
- Mercedes-Benz con Geely;
- PSA (ora Stellantis) con Dongfeng;
- Renault con Dongfeng.
E nell’indotto queste:
- Bosch con Weichai;
- Faurecia con BYD e Dongfeng;
- Magna con BAIC;
- Mahle con Hunan Corun;
- Valeo con FAW e Yanfeng;
- ZF con Brilliance.
Fin quando si trattava di motori a benzina o diesel, l’Europa dettava legge. Poi, fra Green Deal UE e altri sogni verdi tedeschi, i consumatori cinesi sono divenuti adulti con i veicoli a nuova energia (NEV), che includono BEV elettriche e PHEV ibride plug-in. Altro che assemblatori di second’ordine: BYD, Geely, SAIC, NIO e Xpeng si sono trasformati in innovatori iper aggressivi. L’Europa ha perso in Cina e soprattutto nello stesso Vecchio Continente, che è un’assurdità politica, economica e automotive mai vista.