Stellantis, sciopero a Melfi: 8 ore per il futuro

M Magarini
8 ore di sciopero a Melfi per il futuro incerto dell’indotto automotive: i lavoratori chiedono certezze a Stellantis
Stellantis Melfi

8 ore di sciopero per i circa 600 lavoratori della logistica dell’area industriale di San Nicola di Melfi. Una protesta per chiedere ancora una volta attenzione sul destino delle aziende del settore, anello debole della catena produttiva, strette tra la transizione all’elettrico e l’internalizzazione dei servizi da parte di Stellantis. Che, mentre assicura un radioso futuro per l’Italia, riserva un presente poco rassicurante alla classe dei lavoratori.

Stellantis Melfi: sciopero dei lavoratori della logistica

Melfi

L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, si è di recente reso autore di un’accesa battaglia con il Governo italiano, millantando un massiccio disinvestimento in caso di mancati sussidi alle BEV. Le rassicurazioni dello Stato, forte di un pacchetto di incentivi di quasi un miliardo di euro (950 milioni di euro) stanziato per il 2024, ha rasserenato gli animi, al punto da spingere il CEO a promettere il milione di auto realizzate nella penisola entro il 2030. Come abbia intenzione di riuscirci è una domanda che molti si pongono.

Il personale di Mirafiori deve inghiottire l’ennesimo boccone amaro, rappresentato dal prolungamento della cassa integrazione fino al prossimo 20 aprile, riguardanti la Fiat 500 elettrica e i modelli Maserati. La Cinquecento elettrica ha finora raccolto scarsi consensi in patria, nonostante altrove abbia riscontrato ampi giudizi positivi, soprattutto in Francia, ancor prima dell’introduzione del leasing sociale. Nemmeno i bolidi della Casa del Tridente spopolano, e l’annunciato ritiro di diverse proposte importanti preannuncia una riduzione significativa della gamma, a discapito della manodopera.

A Melfi la situazione pare essere almeno un po’ più rosea. Le proposte a zero emissioni caratterizzeranno la produzione da qui ai prossimi anni. Peccato che le manovre attuate dal Gruppo abbiano tolto importanza all’indotto. A causa delle ridotte commissioni, diversi prestatori d’opera rischiano il posto di lavoro, e per tale ragione dalle ore 10.00 di stamattina ha luogo un presidio sotto la Regione Basilicata. Organizzato da Uilm e Fismic, lo sciopero costituisce l’ennesimo appello della manodopera, stanca di un futuro nebuloso. Attualmente, circa il 75% degli addetti del settore è in cassa integrazione.

Le sigle sindacali chiedono al governatore della regione Bardi al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di intervenire al più presto. Anche la Fiom si unisce alle richieste di Uilm e Fismic. La segretaria, Giorgia Calamita, sottolinea il bisogno di risposte concrete a livello nazionale. Credono sia giunta l’ora che Stellantis dia delle rassicurazioni sulla tenuta produttiva e occupazionale del settore automotive in tutti i siti produttivi dislocati nella penisola.

Quantomeno Melfi ha modo di consolarsi con una nuova commessa da Stellantis: la realizzazione del telaio posteriore per il mercato americano, con preserie nel 2025 e avvio definitivo nel 2026.

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