Sussidi auto elettriche, il governo cinese indaga BYD e Chery per frode

Secondo i risultati dell’indagine diffusi, i giganti BYD e Chery avrebbero richiesto indebitamente circa 53 milioni di dollari.
bandiera della cina bandiera della cina

Una recente verifica condotta dal Ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica della Cina ha portato alla luce irregolarità significative nella gestione dei sussidi statali destinati alla promozione dei veicoli a energia alternativa. Secondo i risultati diffusi da Reuters, i giganti dell’automotive BYD e Chery avrebbero richiesto indebitamente circa 53 milioni di dollari in incentivi tra il 2016 e il 2020, rappresentando quasi il 60% del totale delle domande irregolari.

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La revisione, che ha esaminato i dati forniti dalle autorità locali, ha identificato oltre 21.000 veicoli che non rispettavano i requisiti minimi per accedere ai benefici fiscali, per un totale di 864,9 milioni di yuan (circa 121 milioni di dollari).

chery, brand
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Nello specifico, Chery è risultata coinvolta con 7.663 unità non conformi, mentre BYD ne avrebbe vendute 4.973 senza soddisfare i parametri richiesti, come ad esempio il chilometraggio minimo per la qualificazione al contributo. Nonostante la portata del fenomeno, finora non sono state imposte sanzioni né richiesti rimborsi ufficiali, anche se le autorità cinesi hanno in precedenza sottolineato che le aziende dovranno restituire gli incentivi ottenuti illegalmente.

Al momento, né il ministero né le due case automobilistiche hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Questa situazione, però, rischia di peggiorare ulteriormente il contesto economico dell’industria automobilistica cinese, già messa a dura prova da un surplus produttivo cronico e da una guerra dei prezzi esasperata (spinta anche e soprattutto dal colosso BYD), che ha eroso i margini di guadagno e inasprito i rapporti tra produttori, concessionari e fornitori.

salone BYD

Le autorità di Pechino, nel frattempo, hanno annunciato nuove misure per regolamentare i prezzi e favorire una dismissione graduale delle strutture obsolete, nel tentativo di riequilibrare tutto il settore.

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La Cina, come è noto, anche a vedere gli effetti sul Paese e sul mercato globale, ha investito ingenti risorse pubbliche tra il 2009 e il 2022 per incentivare l’adozione di veicoli elettrici, ibridi plug-in e alimentati a idrogeno, un’iniziativa che ha trasformato lo scenario nazionale e aiutato, e molto, marchi come BYD, Chery e altri colossi. Da marzo 2023 in poi, le vendite mensili di elettriche hanno superato quelle delle auto tradizionali a benzina. Nel frattempo, le autorità locali stanno procedendo con ulteriori verifiche sui sussidi erogati per gli anni 2021 e 2022, lasciando intendere che il numero di casi sospetti potrebbe aumentare.

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