In Brasile sta montando la preoccupazione attorno alla BYD Dolphin Mini (nome originario che in Europa aggiunge invece Surf), commercializzata localmente con il nome di Seagull. Sempre più automobilisti, in questi ultimi mesi, stanno denunciando un’anomalia preoccupante: la rottura ricorrente del braccio della sospensione anteriore destra.
Non si tratta di casi isolati. Infatti, diverse segnalazioni raccolte su gruppi Facebook e forum automobilistici descrivono lo stesso guasto sulla piccola BYD, nella stessa posizione del veicolo, spesso accompagnato da altri problemi meccanici correlati, come il danneggiamento della scatola dello sterzo. Il primo a sollevare il caso è stato Danilo Almeida, impiegato nel ride-sharing, che ha acquistato il suo esemplare nell’ottobre 2024. Dopo aver percorso circa 40.000 chilometri in soli otto mesi, ha notato strani rumori provenire dalla parte anteriore del veicolo. Una successiva ispezione ha rivelato il cedimento strutturale del braccio della sospensione. L’accaduto ha attirato l’attenzione di altri utenti che avevano vissuto esperienze simili.

Molti di loro, di fronte all’impossibilità di ottenere rapidamente pezzi originali BYD, hanno optato per una soluzione curiosa ma efficace, ovvero l’installazione del braccio della sospensione anteriore destra del Toyota Corolla, perfettamente compatibile con il modello BYD. Una dimostrazione, per carità, involontaria, della mancanza di localizzazione tecnica da parte del produttore cinese.
Diversi casi, anche poco oltre i 60mila km percorsi hanno visto la stessa rottura, senza particolari sollecitazioni del veicolo, spese salate dal meccanico e con tempi di riparazione estesi anche a 35 giorni a causa dell’importazione dei pezzi dalla Cina.

La garanzia BYD non copre i componenti delle sospensioni oltre i 20.000 km, come recita una clausola riportata nel contratto per questi veicoli. La casa automobilistica, interpellata sul problema, ha attribuito le rotture a “buche stradali”, ma l’utente riferisce che la sospensione era già piegata durante un controllo programmato, prima di fratturarsi completamente.
Nonostante queste segnalazioni, BYD non ha ancora lanciato un richiamo ufficiale. Però, alcuni indizi fanno pensare a un problema di progettazione non adatta alle strade brasiliane, spesso dissestate e caratterizzate da asfalto in pessime condizioni. È opinione condivisa tra i proprietari che la casa cinese non abbia adeguatamente “tropicalizzato” il veicolo per il mercato locale, cioè adattato telaio, sospensioni e materiali alle condizioni specifiche del Paese.

Una petizione pubblica online ha raccolto finora oltre 750 firme per chiedere a BYD un’azione ufficiale. Alcuni clienti hanno persino chiesto direttamente a BYD se era possibile sostituire gli ammortizzatori posteriori con quelli della Toyota Corolla, temendo di invalidare la garanzia. Altri hanno proceduto comunque, fidandosi dell’effettiva compatibilità tra i due modelli.
Nel frattempo, BYD ha annunciato il prossimo avvio della produzione locale in Brasile, ma in una modalità semi-assemblata. I veicoli, infatti, arriveranno in parte montati dalla Cina. La Dolphin (Mini, Surf o Seagull, come volete chiamarla) sarà uno dei primi modelli assemblati localmente, ma non è chiaro se i componenti critici come le sospensioni saranno adeguatamente rivisitati per il mercato locale.