Stellantis, l’ad Tavares lascerebbe prima del previsto (che è il 2026, il fine mandato): buonuscita record da 100 milioni di euro e quote di Maserati. Sono i rumor automotive raccolti da Affari Italiani. In linea con lo stipendio di 23,5 milioni di euro nel 2023. John Elkann, presidente della multinazionale, starebbe cercando di anticipare l’addio del manager lusitano.
Quale sarebbe l’obiettivo di Elkann?
Elkann starebbe spingendo per far uscire Carlos Tavares da Stellantis prima del previsto su consiglio dei legali. Ricordiamo che c’è un processo legato a presunti riciclaggio, conti offshore ed evasione fiscale in cui sarebbero coinvolti anche i fratelli Lapo e Ginevra, dopo l’inchiesta aperta dalla stessa madre, Margherita Agnelli. Da una faida familiare insomma conseguenze per il Gruppo auto. Se le cose prendessero la piega sbagliata, forse si dovrebbe mettere mano alla cassaforte di famiglia.
Totonomine post Tavares
In pole position l’italiano Luca De Meo, oggi al vertice di Renault, che magari potrebbe guidare una fusione tra Stellantis e il Gruppo francese. Poi Mike Manley, ex manager FCA, ora in AutoUnion. Quindi José Munoz (Hyundai) e Maxime Picat (responsabile acquisti di Stellantis).
Cosa prevede Tavares
Il ceo di Stellantis è stato tra i più loquaci al Salone dell’auto di Parigi. Ha detto di non escludere tagli ai posti di lavoro. Per stare al passo con i concorrenti francesi e rimanere redditizi, non è escluso nemmeno che vengano chiuse delle fabbriche o ceduti alcuni marchi. Secondo Tavares i dazi europei sulle auto elettriche prodotte in Cina accelereranno le chiusure di alcuni impianti in Europa da parte delle Case locali perché le tariffe spingeranno i produttori cinesi a costruire strutture in Europa. “Le cinesi non andranno in Germania o in Francia o in Italia per costruire le loro auto, perché lì avrebbero svantaggi in termini di costo, a partire dai costi energetici”.