Mentre riprendono le voci sull’inizio della sua produzione, rinvigorite da alcune segnalazioni, il Cybercab di Tesla torna agli onori delle cronache per una vicenda molto particolare. Lo U.S. Patent and Trademark Office, infatti, ha rifiutato la registrazione del taxi a guida autonoma su cui Elon Musk ha puntato molte delle sue carte in vista del futuro. Un intoppo il quale sembra confermare il non proprio ottimale momento vissuto dal marchio californiano, che è stato aggravato nelle ultime ore dalle notizie relative al calo di vendite sul mercato cinese. Ovvero il più competitivo e importante a livello mondiale.
No, il Robotaxi non potrà chiamarsi così
Il rifiuto dell’U.S. Patent and Trademark Office a registrare il nome Robotaxi per il taxi a guida autonoma di Tesla è arrivato come una sorta di fulmine a ciel sereno. Il nome in questione, infatti, aveva accompagnato il veicolo sin dalla sua presentazione e sembrava ormai scontato che lo avrebbe fatto anche all’atto dell’esordio sul mercato.

L’USPTO, ufficio cui è proposto il compito di regolare i brevetti e i marchi all’interno del territorio federale, ha deciso di opporre il suo veto all’utilizzo di tale nome in quanto lo reputa sin troppo generico. Oltre ad essere stato ripetutamente utilizzato non solo dai media, ma anche da altre aziende operanti nello stesso ambito.
Per ora, comunque, si tratta semplicemente di un veto sulla denominazione. Che potrà essere facilmente superato adottandone un’altra tale da bypassare le motivazioni alla sua base. Mentre molto più grave sarebbe il rigetto di un’altra richiesta, quella relativa al servizio di trasporto passeggeri basato su un veicolo a guida autonoma, che è sua volta in fase di valutazione.
Cosa accadrà ora?
Occorre sottolineare che la decisione sul nome “Robotaxi“, non è definitiva e che l’azienda californiana può ancora giocarsi la carta del ricorso. Intanto, però, al suo interno deve iniziare la discussione su un nome alternativo, in modo da non farsi trovare impreparata ove il veto persistesse.
Da sottolineare che anche per quanto concerne la registrazione del marchio Cybercab si è verificato un analogo intoppo. L’USPTO ha infatti fatto presente che esistono già altre domande in tal senso, presentate da altre aziende. Su cui dovranno essere condotti i necessari controlli.
In definitiva, comunque, si tratta di una vicenda abbastanza secondaria rispetto alla reale importanza del tema, ovvero quella di un mezzo di trasporto passeggeri a guida autonoma. Tale da fornire una vera e propria finestra sulla mobilità del futuro. E che, paradossalmente, fornisce a Tesla la possibilità di veder parlare del suo progetto senza dover spendere neanche un dollaro per una campagna promozionale.
Il taxi a guida autonoma di Tesla presto in produzione?
E mentre l’USPTO sembra mettersi di traverso per quanto concerne il nome del nuovo taxi a guida autonoma di Tesla, sono da registrare le indiscrezioni circolanti nel corso delle ultime ore, relative alla sua prossima entrata in produzione.

A rilanciare le voci in tal senso sono state alcune immagini, riprese da un drone all’interno dello stabilimento Tesla nell’hinterland di Austin, in Texas. Autore delle riprese è stato il fotografo Joe Tegtmeyer, che ha quindi postato su X e nelle stesse è possibile vedere pallet contenenti scaffalature di stoccaggio cariche di componenti strutturali in metallo.
Secondo alcuni osservatori, potrebbero state realizzate mediante un processo di Gigacasting e preludere, appunto alla produzione del veicolo. Una tesi che sta però viaggiando in parallelo con un’altra, quella che vorrebbe il tutto collegato alla produzione del nuovo veicolo economico di Tesla.
In effetti, entrambe le versioni sembrano avere solidi punti di appiglio. Non resta quindi che attendere le prossime settimane, nel corso delle quali potrebbe essere l’azienda a diradare la nebbia. Spinta a farlo anche da una situazione di mercato sempre più problematica.