Tyre collective: il futuro degli pneumatici è ecologico

Walter Gobbi

Mentre il ritorno (seppur lento) alla vita normale sta creando un blando ottimismo nei confronti della ripresa economica, riemerge prepotentemente il problema legato alle emissioni e all’inquinamento. Il lockdown forzato aveva eliminato al quasi totalità di veicoli dalle strade, comportando fenomeni ambientali miracolosi, dalla scomparsa della nube di smog dalla Cina all’avvistamento di rari animali selvatici in aree metropolitane ad alta densità abitativa.

Ora il traffico e la produzione industriale stanno normale a livelli standard e fra non molto ci confronteremo di nuovo con i rischi dell’inquinamento (attualissimi proprio nei mesi precedenti alla pandemia). Ma per fortuna, qualcosa si sta già muovendo verso la giusta direzione.

Un dispositivo per catturare le emissioni rilasciate dalle gomme

Questo orizzonte fosco viene, almeno parzialmente, schiarito dal lavoro di un team di ricercatori britannici, Tyre Collective (il risultato della collaborazione tra esperti di aerodinamica, design, scienze naturali e ingegneria chimica)., il cui obiettivo è proprio quello di ridurre in maniera drastica la carica inquinante degli pneumatici, la cui pericolosità in tema ambientale è stata trascurata per molto tempo e ultimamente affrontata in maniera esaustiva sui diversi canali di informazione, dai social ai blog, come Outrider, il blog di pneumatici a 360°.

È stata proprio la crescente consapevolezza di trovare una soluzione ad aver alimentata la ricerca di Tyre Collective, i cui sforzi si sono concentrati sullo sviluppo di un piccolo dispositivo in grado di catturare le minuscole particelle che vengono rilasciate dagli pneumatici durante la guida. Nell’ottica dei risultati di uno studio di Emissions Analytics (una struttura indipendente che studia le emissioni nocive a livello globale), che considera l’inquinamento causato dalle gomme mille volte superiore a quello dei tubi di scarico, questo progetto acquisisce un valore decisamente unico: catturare il problema alla fonte, assicurando un’aria più pulita e salutare, per noi e per l’ambiente.

Poiché ci stiamo ormai muovendo verso un futuro che vedrà l’auto elettrica prendere il posto di quelle tradizionali con motore a scoppio, il problema delle emissioni sarà concentrato quasi esclusivamente sulle gomme. Al giorno d’oggi, vengono prodotte ogni anno mezzo milione di tonnellate di micro particelle solo in Europa, in seguito a semplici azioni come la frenata, la sterzata e l’accelerazione. Questi particelle di microplastica (che hanno dimensioni variabili da meno di un millimetro fino a livello micrometrico), restano in sospensione nell’aria e possono provocare un numero diverso di problemi respiratori, di entità anche molto grave.

Come funziona il dispositivo di Tyre Collective

I ricercatori hanno scoperto che le micro particelle si caricano elettricamente per via della frizione a cui sono sottoposte quando si staccano dalla gomma nel contatto con il terreno; la tecnologia da loro proposta utilizza una forza elettrostatica per cattura le particelle di gomma proprio all’altezza della ruota, impedendo che volino via.

Il dispositivo viene posizionato vicino al punto in cui la gomma tocca il manto stradale, così da avvantaggiarsi del flusso di aria che circola intorno alla ruota e massimizzare l’effetto di recupero.

Le particelle che vengono catturate, finiscono in una unità di contenimento removibile e possono essere in seguito riciclate e riutilizzate, creando un circolo virtuoso.

I frammenti al di sotto dei 50 micron di dimensione possono essere recuperati per produrre nuove gomme o in settori come, ad esempio, la stampa 3D, i sistemi di isolamento acustico, gli inchiostri e i coloranti.

Al momento il dispositivo è in attesa di ricevere il brevetto, ma lo stadio di progettazione è avanzato, per cui la sua applicazione reale non dovrebbe avvenire troppo in là nel tempo; pensare di passare dagli attuali veicoli a vetture elettriche al 100% con pneumatici ad emissioni zero, rappresenta uno step evolutivo senza precedenti nella lotta all’’inquinamento.

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