Volkswagen e BMW hanno fatto cartello: multa di 875 milioni

Andrea Senatore Foto Autore
Volkswagen e BMW
Volkswagen e BMW

Come riportato dalla Commissione in un comunicato stampa, Daimler, BMW e il Gruppo Volkswagen hanno violato le norme antitrust Ue formando un cartello per fermare lo sviluppo di tecnologie volte a ridurre le emissioni inquinanti, come l’AdBlue. Daimler non è stata multata per aver dato l’avviso alla Commissione, ma BMW e Volkswagen, che hanno riconosciuto il loro coinvolgimento nel cartello, rischiano una multa di oltre 875 milioni di euro.

Volkswagen e BMW dovranno pagare una multa salta per aver fatto cartello

Come specificato dalla Commissione Europea, i produttori hanno tenuto riunioni tecniche regolari tra il 2009 e il 2014 per discutere lo sviluppo del catalizzatore di riduzione selettiva (SCR), che elimina le emissioni di NOx dalle auto diesel iniettando AdBlue. Durante questi incontri, hanno cospirato per evitare di competere tra loro per sfruttarlo al massimo delle sue potenzialità e si sono anche scambiati informazioni commerciali sensibili, rallentandone lo sviluppo oltre i requisiti legali stabiliti dall’UE.

Queste informazioni includevano l’autonomia, il consumo medio e una dimensione ridotta che i sistemi AdBlue installati nei loro modelli dovrebbero avere. Daimler dando la soffiata ha ottenuto l’immunità totale, evitando una multa di 727 milioni di euro. Il Gruppo Volkswagen dovrà pagare 502 milioni di euro. Il consorzio ha beneficiato di una riduzione della sanzione per la collaborazione. BMW invece dovrà pagare 372 milioni. Questa riduzione risponde all’eccezionalità di questo caso, ed è la prima volta che Bruxelles deve agire contro un cartello il cui scopo è fermare una tecnologia, e non concordare prezzi o spartirsi il mercato.

BMW ha pagato la multa, sostenendo che i colloqui per l’Adblue si sono svolti 10 anni fa e “non hanno avuto alcuna influenza sulle decisioni di prodotto dell’azienda”. Tuttavia, il Gruppo Volkswagen ha comunicato l’intenzione di ricorrere in appello, ritenendo che “costituisca un precedente discutibile” e sostenendo che nessun cliente ha subito danni a causa del cartello, secondo Reuters: “La Commissione sta entrando in un nuovo territorio giudiziario, perché sta trattando per la prima volta la cooperazione tecnica come una violazione delle leggi antitrust”, ha affermato il gruppo tedesco.

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