Guai Nissan: eliminerà 87 posizioni presso la sede regionale europea in Francia. Il taglio parte del piano di ristrutturazione e rilancio globale del CEO Ivan Espinosa (15% della forza lavoro), riferisce la Reuters. La Casa automobilistica giapponese in difficoltà sta lavorando per snellire le operazioni e tornare alla redditività, mentre affronta prolungate sfide in mercati chiave come l’Europa. Obiettivi: riduzione sia della capacità produttiva globale di quasi il 30% a 2,5 milioni di veicoli sia dei siti di da 17 a 10. È davvero lontana l’epoca in cui gli osservatori green in UE sostenevano che l’auto elettrica sarebbe stato il futuro, con profitti insù e piena occupazione.
Accordo Nissan-sindacati
I tagli sono stati formalizzati in un accordo del 16 ottobre con i rappresentanti sindacali e saranno attuati in fasi, a partire da un programma di separazione volontaria. I dipendenti che optano per trasferimenti interni possono ricevere un bonus lordo di 5.000 euro, mentre a coloro che scelgono di cercare un lavoro al di fuori dell’azienda sarà offerto il supporto di un’agenzia di ricollocamento e fino a due anni di congedo per riassegnazione a seconda dell’età. Nissan ha anche ridotto le sue prospettive regionali per il 2025 del 3% a 340.000 veicoli.

Declassamento
S&P Global Ratings ha declassato di un notch il rating del credito di Nissan a causa della continua pressione sulla sua redditività, esprimendo al contempo una visione negativa sulle prospettive per la casa automobilistica giapponese. Tagliato il rating a lungo termine a BB- da BB. La competitività dell’azienda nei mercati chiave e l’efficienza operativa sono diminuite. Il rating di credito è un voto che indica quanto è probabile che un’azienda sia in grado di ripagare i suoi debiti. S&P (una delle agenzie che danno questi voti) ha abbassato il voto di Nissan di un gradino: la società è considerata più rischiosa per chi le presta denaro.
Situazione delicata per l’Europa
Nissan paga anche il flop elettrico di tutta l’Europa. L’illusione è arrivare al 100% elettrico nel 2035 passando per il 15,5% del 2025: no, il ban termico con le multe di 16 miliardi non regge. La difficile situazione del costruttore nipponico in UE e a livello globale è un sintomo più ampio delle sfide che l’industria automobilistica sta affrontando, in particolare nel settore dell’elettrico. Il piano di ristrutturazione, guidato dal CEO Ivan Espinosa, non mira solo a tagliare i costi, ma anche a ridefinire la strategia del marchio per affrontare la concorrenza agguerrita, soprattutto da parte dei produttori cinesi di veicoli elettrici economici e tecnologicamente avanzati.
Ibrido in USA, occasione mancata
Secondo noi, pesa un errore di valutazione sulla domanda di ibridi negli Stati Uniti. Si è puntato sulle BEV, lasciando spazio a Toyota e Honda con il doppio motore. Con Trump poi gli USA virano decisamente sul termico. Nonostante Nissan sia stata una pioniera dei veicoli elettrici con la Leaf, il mercato europeo (e mondiale) si è evoluto rapidamente. L’iniziale entusiasmo per una rapida transizione all’elettrico è stato ridimensionato dall’aggressività cinese.
