Lucina in fondo al tunnel per il colosso automobilistico giapponese Nissan, alle prese con un ambizioso piano di ristrutturazione e perdite finanziarie significative: starebbe intavolando trattative con la taiwanese Foxconn. Obiettivo, una collaborazione nel settore delle auto elettriche. Che potrebbe salvare dalla chiusura il suo storico stabilimento di Oppama, in Giappone. La notizia, riportata domenica dal quotidiano economico Nikkei citando una fonte interna alla Casa, è pesante. Da un lato, un gigante tornerebbe a sorridere. Dall’altra, Foxconn potrebbe finalmente divenire un rivale di altri big hi tech nell’automotive: i cinesi Xiaomi e Huawei.
Oppama icona della crisi nera Nissan: scossa in arrivo
Lo stabilimento Nissan di Oppama, che impiega circa 3.900 lavoratori, è da tempo considerato un potenziale obiettivo di consolidamento. Il tasso di utilizzo è sceso sotto il punto di pareggio, stimato tra il 70% e l’80%. La chiusura avrebbe ripercussioni economiche e sociali per la regione di Yokosuka, con la perdita di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti nella rete di fornitori. Più il danno d’’immagine. L’idea di produrre BEV marchio Foxconn sulle linee di assemblaggio attualmente inutilizzate rappresenta un’àncora di salvezza. Se Taiwan vuole competere con Pechino, servono investimenti immensi: le risorse ci sono. A questo punto, o entra nella contesa con enorme energia, o ne sta fuori. La via di mezzo per vivacchiare, come spesso accade in UE, non è nella mentalità Foxconn. Sarebbe un boomerang anche sotto il profilo dello status.
Foxconn, gigante bifronte
Foxconn, nota a livello mondiale come il principale produttore di iPhone e di una vasta gamma di dispositivi elettronici, ha già intrapreso una strategia iper aggressiva di diversificazione nel settore dei veicoli elettrici. L’azienda taiwanese mira a replicare il suo modello di successo nella produzione a contratto, offrendo la propria esperienza e la propria piattaforma modulare per veicoli elettrici (MIH) ad altre Case automobilistiche. Una base open source che permette a diversi costruttori di auto di utilizzarla come base per i loro veicoli elettrici, riducendo le spese di ricerca e sviluppo.
Foxconn fornisce una base tecnologica standardizzata e flessibile (telaio, batterie, motori e sistemi elettronici) su cui diverse Case automobilistiche possono costruire i propri modelli personalizzati. Questo approccio è rivoluzionario perché i produttori di auto non devono più partire da zero per ogni nuovo modello elettrico. Possono invece concentrarsi sul design, sul brand e sulle funzionalità specifiche.
Taiwan con Mitsu
A maggio, Mitsubishi, partner junior di Nissan nell’Alleanza, ha firmato un memorandum d’intesa con una filiale di Foxconn per la fornitura di un modello destinato ai mercati di Australia e Nuova Zelanda. Ma se Taiwan collabora con Nissan lo fa per modelli mondiali e per volumi elevati.
La strategia “Servizi di progettazione e produzione su commissione” di Foxconn ridurrebbe i costi di produzione del 20%: ossigeno per Nissan. Tanti anni addietro, con la Leaf, il progetto iniziale era discreto, poi nel tempo non è stato sviluppato in modo coerente. Da Oppama sono usciti anche Skyline, un modello leggendario che ha conquistato appassionati in tutto il mondo, e Sunny, che ha motorizzato milioni di famiglie.

USA e Cina, quanti guai
La sfida sarebbe gigantesca. In USA, ci sono i dazi di Trump. In Cina, i marchi locali furoreggiano. La società ha annunciato piani per tagliare circa 20.000 posti di lavoro a livello globale (il 15% della sua forza lavoro) e chiudere sette stabilimenti su 17 entro il 2027. È allarme rosso: perdita di quasi 671 miliardi di yen (4,08 miliardi di euro) nell’anno fiscale conclusosi a marzo 2025. C’è quindi una certa fretta di tornare grandi. Ai fasti di Ghosn, genio totale automotive, inventore del crossover, con la Qashqai. Una delle macchine più imitate di ogni epoca. Il libanese vedeva malissimo la fusione con Honda nel 2024, reputandola fake: sotto, si nascondeva un’acquisizione. Ha avuto ragione.
Così, nell’automotive la battaglia fra i big hi tech sarebbe tremenda: dentro anche Google (con Waymo), Apple (con il progetto Titan, seppur tra alti e bassi), e Sony (con la sua incursione nel settore BEV). Più le citate Xiaomi e Huawei.