In piena crisi, con Honda che voleva accorparla per comandare, Nissan valuterebbe la vendita della sede di Yokohama. Col denaro incassato, la prenderebbe in affitto. Lo dicono autorevoli diversi organi di stampa giapponesi, come Nikkei e Kyodo News. Il costruttore starebbe pensando di incamerare quattrini dando via il palazzo che dal 2009 ospita la sua sede centrale nel quartiere Minato Mirai.
Nissan vende la sede e la prende in affitto? Quanti soldi può incassare
L’immobile ha un valore di oltre 100 miliardi di yen (610 milioni di euro): ossigeno vitale per una società terribilmente sotto pressione. Un “sale and lease back”: una transazione in cui il compratore ha l’obbligo di dare in affitto. Attenzione però perché l’acquirente ha una posizione di forza immensa, mentre il venditore è davvero debole. Un cocktail micidiale tale per cui il prezzo scende di parecchio. Ci si perde, ma si sopravvive. D’altronde, non è la prima azienda che fa così: in passato molti CEO di società di vari settori – amministratori delegati inizialmente adorati per i profitti – hanno seguito lo stesso iter, salvo dimissionamento per profit warning con gli azionisti molto seccati causa minori dividendi. Può essere la nuova moda di molti Gruppi auto, alle prese con l’invasione cinese e le manie iper green politiche dell’auto elettrica.
Un dopo Ghosn traumatico
Un palazzo (notevole) di 22 piani, voluto nel 2009 dall’allora CEO Carlos Ghosn. L’arresto e la successiva fuga proprio del top manager libanese nel 2018 hanno creato instabilità: da allora, confusione strategica. Si è passati a spanne da un rosso di 6,1 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2020 a una previsione di perdite attorno a 4,5 miliardi di dollari nel 2025. Difficile una via d’uscita, in quanto le elettriche costano care come il fuoco: servono investimenti enormi. Insufficiente la retromarcia dal tutto elettrico annunciato al mantenimento del (sacro) termico. Idem le altre Case che fanno inversione di marcia dal full electric al benzina. Né basta irrobustirsi con aziende in USA per evitare i dazi: servono denari e tempo.

Tagliare tanto, tagliare in fretta
La dismissione è nel nuovo piano di ristrutturazione avviato dal nuovo amministratore delegato Ivan Espinosa (arrivato da pochissimo): ridimensionamento degli organici, riassetto delle attività operative, riduzione del numero delle fabbriche di proprietà. Urgono quattrini facili e veloci. Li fai solo con la forbice, ossia facendo crollare le uscite. Il CEO, in conference call con gli analisti sul bilancio al 31 marzo 2025, ha evidenziato l’ipotesi di coprire gli oneri di ristrutturazione con la vendita di attività e cespiti aziendali.