Momento delicatissimo per Nissan: taglia 10.000 posti di lavoro a livello globale, portando il numero di licenziamenti, inclusi quelli precedentemente annunciati, a circa 20.000, pari al 15% del totale. Lo dice l’emittente pubblica giapponese NHK. La terza Casa automobilistica nipponica si sta impegnando a rendere la propria attività più snella e resiliente dopo le deboli vendite in Cina e nel suo mercato principale, gli Stati Uniti. Il problema è che competere nel Celeste Impero con quei mostri di marchi locali è impossibile: troppa differenza a livello di prezzo e tecnologie. In quanto agli USA, tutto peggiora coi dazi di Trump.
Numeri brutti
Ad aprile, Nissan ha annunciato che avrebbe probabilmente registrato una perdita netta record tra i 700 e i 750 miliardi di yen (4,26- 4,6 miliardi di euro) nel 2025 a causa di svalutazioni. La società non ha sfruttato la crescente popolarità dei modelli ibridi negli States e non è riuscita a capitalizzare la sua iniziale leadership nel mercato dei veicoli elettrici. Nel Paese del Dragone, il più grande mercato automobilistico mondiale, l’azienda nippo prevede di lanciare 10 nuovi veicoli nei prossimi anni per cercare di arrestare il calo delle vendite. La sua debole performance l’ha costretta a tagliare le sue previsioni di profitto quattro volte per l’esercizio finanziario appena concluso.

Ristrutturazione profonda
Il CEO Ivan Espinosa, che ha preso il posto di Makoto Uchida come amministratore delegato il mese scorso, sta ristrutturando le attività di Nissan e in precedenza aveva affermato che l’azienda stava valutando misure aggiuntive. Nissan, che a marzo dello scorso anno contava oltre 133.000 dipendenti, ha annunciato lo scorso novembre l’intenzione di tagliare 9.000 posti di lavoro e ridurre la capacità produttiva globale del 20%. Ha inoltre affermato che avrebbe chiuso uno stabilimento in Thailandia entro giugno e altri due stabilimenti non ancora identificati. Venerdì, ha annunciato di aver deciso di rinunciare al piano per la costruzione di una Gigafactory da 1,1 miliardi di dollari sull’isola sud-occidentale giapponese di Kyushu: avrebbe dovuto ricevere sussidi governativi.
Fusione con Honda saltata
Nel dicembre 2024 Nissan e Honda hanno firmato un Memorandum d’Intesa per esplorare una fusione aziendale, ma queste trattative si sono poi concluse. D’altronde, più che altro era una sorta di acquisizione mascherata di Honda su Nissan. Anche Mitsubishi stava valutando la possibilità di partecipare ad alcuni aspetti di questa potenziale collaborazione. Sono sorti disaccordi riguardo alla leadership e alla struttura della potenziale entità nata dalla fusione: Honda a quanto pare voleva che Nissan diventasse una filiale, mentre quest’ultima cercava una partnership più paritaria. Il 13 febbraio 2025, le due Case hanno annunciato ufficialmente di aver interrotto le discussioni riguardanti l’integrazione aziendale.
Chi potrebbe comprare Nissan?
Magari, con una struttura molto più leggera, Nissan diverrebbe appetibile. In passato si sono fatti vari nomi. Anzitutto Apple potrebbe sfruttare la capacità produttiva di veicoli elettrici e la presenza industriale della Casa giapponese. Foxconn Il produttore di elettronica taiwanese che fa l’Apple iPhone) sembra abbia proposto una partnership con Honda che includerebbe anche Nissan e Mitsubishi, con l’obiettivo di competere con Tesla e i produttori cinesi di veicoli elettrici. In precedenza, Foxconn avrebbe manifestato interesse ad acquisire una partecipazione in Nissan. Si è ipotizzato che la Casa giapponese potesse rivolgersi a Tesla per un potenziale investimento, con l’interesse della società texana per gli stabilimenti Nissan negli Stati Uniti. Tuttavia, Elon Musk ha smentito.