Telenovela abolizione superbollo auto, puntata numero 14.728: ora il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ne parla; nelle precedenti puntate, tutti gli altri politici non hanno mantenuto la promessa di cancellare né il bollo auto (tassa regionale di proprietà della vettura) né il superbollo, l’extra tassa inventata dal governo dei tecnici di Monti nel 2011. È l’imposta aggiuntiva sulle auto di potenza superiore ai 252 CV (20 euro per ogni kW oltre i 185). E comunque, la nostra speranza è che – se il superbollo fosse eliminato – non si debba ricorrere a un aumento del bollo.
Abolizione superbollo auto: Salvini all’attacco
Salvini all’Automotive Dealer Day di Verona: “Abbiamo le idee chiare sul superbollo, che cuba circa 200 milioni di euro l’anno. Il dibattito non è trovare 200 milioni di copertura: possiamo coprirli immediatamente con un decreto ministeriale. Se vogliamo farlo in due passaggi, facciamolo per step in modo tale da evitare critiche che comunque ci saranno”. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, sta lavorando sulla possibile abolizione.
Ancora il vicepremier: “Non intendiamo premiare chi usa una Ferrari, ma ridistribuire ricchezza producendo e vendendo quelle vetture. Porta più svantaggi che vantaggi alle casse dello Stato”. “Contiamo di chiudere prima dell’estate”. Potrebbero esserci modifiche che riguarderanno “le fasce di applicazione: alzeremo la soglia dei cavalli oltre i quali si applica”.
Cosa sono bollo e superbollo
Se il bollo auto lo pagano tutti i proprietari, il superbollo lo pagano pochi: dal 2011 per le vetture è un’addizionale erariale alla tassa automobilistica. Dal 2012, il governo Berlusconi l’ha resa un po’ più pesante. Ossia 20 euro per ogni kW di potenza del veicolo superiore a 185 kW. Ma con l’aumentare degli anni di anzianità hai diritto alle seguenti riduzioni: al 60% dopo cinque anni dalla data di costruzione, al 30% dopo dieci anni, al 15% dopo quindici anni. Non è più dovuto decorsi venti anni. Lo paga chi, alla scadenza del termine utile per il pagamento della tassa automobilistica (bollo), risulta essere proprietario della macchina potente al PRA (Pubblico Registro Automobilistico).
Riforma, se ne sa poco
Da tempo, c’è la famigerata riforma del sistema delle tasse: “Progressivo superamento – è scritto – dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica, senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica”. Tradotto: se lo Stato ha i soldi per coprire l’ammanco, allora ci si ragiona sopra, comunque un passo per volta.
Via il superbollo, istanza di Marchetti
Riccardo Augusto Marchetti (Lega, Commissione Trasporti Camera) nel 2019 ha presentato una proposta di legge per l’eliminazione del superbollo, eppoi nel gennaio 2023. Nel corso di questa legislatura, ha avanzato un emendamento, approvato, in delega fiscale, sempre con la stessa finalità. Ogni anno – dice – lo Stato perde decine di milioni di euro in mancato gettito IVA, IPT, bollo ordinario e assicurazioni, a causa delle immatricolazioni di veicoli ad alte prestazioni tramite società estere: auto che circolano sulle nostre strade senza lasciare un euro alle casse pubbliche. “Paradossalmente, auto elettriche con potenze superiori ai 1.000 cavalli non pagano né bollo né superbollo, mentre un appassionato che acquista un’auto termica sportiva, anche usata e con qualche anno sulle spalle, si trova a pagare una sovrattassa annuale del tutto sproporzionata”.

Ma il superbollo è servito a qualcosa?
La polemica va avanti dal 2011 e ha visto nel mirino specie il governo dei tecnici di Monti. È stato introdotto con l’obiettivo primario di aumentare il gettito fiscale in un periodo di crisi economica, tassando i veicoli di lusso e di elevata potenza. Tuttavia, l’incasso effettivo derivante dal superbollo è irrisorio rispetto alle aspettative e ai costi di riscossione. Alcune stime parlano di circa 200 milioni di euro annui (come ha detto Salvini), una cifra modesta nel bilancio statale.Il superbollo ha avuto un impatto negativo sul mercato automobilistico italiano, in particolare sul segmento delle auto di lusso e sportive. Si è osservato un calo nelle immatricolazioni e nei passaggi di proprietà di auto di grossa cilindrata. Con immatricolazione delle auto all’estero. Il tutto ha penalizzato le Case automobilistiche e l’indotto legato a questo settore: un business notevole che coinvolge(va) meccanici e altri artigiani. Il superbollo è equo? Secondo noi, no: non si tassa una persona in base all’auto, ma al reddito effettivo. C’è chi ha poche entrate e patrimonio modesto, e desidera una macchina potente a benzina o diesel per passione. Si chiama amore per il bello.
Promesse di abolizione bollo auto: la tassa odiosa di Di Maio
Nel 2019, Luigi Di Maio parlò di abolizione del bollo per tutte le auto: “Visto che lo spread si è abbassato, si potrebbe cominciare ad eliminare quella tassa odiosa che è bollo auto. Voglio trovare i soldi per permettere ai cittadini che acquistano un’ auto, che mi auguro sempre più ecologica, che possa essere meno tassata”. Problema: le Regioni incassano 7 miliardi di euro l’anno col bollo auto. Se si tolgono quei soldi agli Enti locali e alle politiche decentrate, dove trovare denaro per dare ossigeno alla pubblica amministrazione?
Bollo auto ibride: occhio alle esenzioni…
Attenzione intanto al bollo sulle auto ibride, spesso esentate. Queste aumentano di continuo: siamo sicuri che i soldi non facciano gola alle Regioni? Viceversa, in Italia le elettriche sono così poche (300.000) che l’esenzione viene sentita poco dagli Enti locali: una micro perdita. Per ora: se in futuro ci fossero solo full electric, se ne ridiscuterà.
L’idea di Renzi: bollo auto storiche
Come non ricordare poi il governo Renzi che nel 2014 cancellò l’esenzione dal bollo auto per le 4 milioni di vetture storiche (di età compresa fra i 20 e i 30 anni). Dopo una battaglia legale senza precedenti, si è arrivato a questo: per i veicoli tra i 20 e i 29 anni, le disposizioni variano a seconda della Regione, e spesso sono previste riduzioni o esenzioni parziali, a volte in base all’iscrizione a un registro storico. C’è una disparità fiscale nelle varie aree del Paese, a fronte di esenzioni, riduzioni e applicazioni della tassa. Un caos mai visto, con la politica che parla di semplificazioni.
Il superbollo quanto ci costa? I conti di Federcarrozzieri
Dalla sua introduzione, il superbollo è costato circa 1,5 miliardi di euro agli automobilisti italiani. Soldi usciti dalle tasche della collettività per entrare in quelle dello Stato, ma che col tempo hanno prodotto alterazioni al mercato dell’automotive. I dati arrivano da Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, che accoglie con favore l’ipotesi di un superamento del balzello. Se inizialmente si è assistito ad una sensibile riduzione delle nuove immatricolazioni di vetture con potenza eccedente i 185 kW, successivamente si è registrato il proliferare dei “falsi leasing”, ossia vetture con targa estera fornite in noleggio a clienti italiani, con conseguente mancato versamento del bollo auto, superbollo, e imposte varie. Sempre per evitare il pagamento del superbollo, sono cresciute in Italia le radiazioni di veicoli con potenza superiore ai 185 kW con la scusa di esportarli nei Paesi UE, mezzi che però continuano a circolare sul territorio italiano con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena.
Ecco la denuncia del presidente Federcarrozzieri Davide Galli: nelle Regioni che non prevedono già esenzioni totali di bollo e superbollo per auto elettriche o ibride, le vetture di nuova generazione e con motori ibridi, pur superando abbondantemente i 185 kW di potenza, non sono tenute al pagamento del balzello. Il superbollo si applica infatti ai soli motori termici, e non alla parte elettrica. Così una berlina plug-in con potenza pari a 360 CV (264 kW) non paga superbollo, perché il suo motore 1.6 a benzina arriva a 200 CV, mentre gli altri 160 CV sono frutto dei motori elettrici.
Federcarrozzieri diffonde infine uno studio dove mette a confronto i costi del superbollo. Vediamo qualche esempio.
Ferrari Daytona SP3 (618 kW): 8.660 euro
Ferrari 812 Superfast (588 kW): 8.060 euro
Lamborghini Aventador Ultimae (577 kW): 7.840 euro
Aston Martin DBS (533 kW): 6.960 euro
Bentley Continental GT Convertible (485 kW): 6.000 euro
Mercedes GT Coupé 4 63 E-Performance AMG S (470 kW): 5.700 euro
BMW X6 M Competition (460 kW): 5.500 euro
Alfa Romeo Stelvio (206 kW): 420 euro
Audi R8 Spyder performance (456 kW): 5.420 euro
BMW X3 xDriveM40d (250 kW): 1.300 euro
Jaguar F-Type R75 (423 kW): 4.760 euro
Lexus LC V8 (351 kW): 3.320 euro
Maserati MC20 (463 kW): 5.560 euro
Porsche 911 Turbo S (478 kW): 5.860 euro