Auto cinese comprata online: rischio paralisi burocratica in Italia

Non si scherza con la burocrazia UE e italiana: attenti a comprare un’auto cinese online.
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I social e alcuni siti web (tranne una lodevole eccezione) la fanno facile in queste ore: vai sul sito marketplace cinese, compri un’auto nuova fatta in Cina che magari qui non c’è, te la spediscono a casa e la guidi. Perché quelle pseudo fonti di informazione la sparano grossa? Perché così la notizia è bella, accattivante, tutto semplice e senza noie. Ma la realtà brutta, dura, noiosa.

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Sono auto usate km zero nella burocrazia europea: occhio alla vettura in arrivo dalla Cina

Per iniziare, col piffero che sono auto nuove. Sono auto usate km zero (elettriche o ibride plug-in) già immatricolate dalle concessionarie cinesi nella guerra dei numeri e delle vendite in Cina. Inoltre, chi le vende dice il vero per la parte “ferro”: la macchina ti arriva per davvero a casa tua. Non c’è nessuna truffa. Solo – e questo i cinesi non lo sanno bene – che bisogna fare i conti con la burocrazia europea e italiana. Ci sono norme oscure dell’UE, più regole oscure dell’Italia, più circolari, sentenze, interpretazioni. Inoltre, ai soldi per l’acquisto, sommi IVA 22% più i dazi più l’omologazione più mille tasse: occhio, cari lettori.

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Andando in un’agenzia di pratiche auto super esperta di auto in arrivo da Paesi extra UE, questa deve chiedere l’autorizzazione alla circolazione alla Motorizzazione Civile locale. E qui casca l’asino. Cosa dicono i funzionari di un’auto cinese non in vendita da noi, con documenti cinesi? Ammesso e non concesso che c’è lo sbarco in Repubblica Ceca, cosa dicono i funzionari di una macchina Made in China, con standard di emissioni e di sicurezza cinesi, che ha anche documenti della Repubblica Ceca?

Mille variabili

La risposta è: dipende. Sia dalla Motorizzazione Civile locale sia dai funzionari (ingegneri) della stessa Motorizzazione. Che magari rimanda alla Motorizzazione centrale di Roma: qui, altri funzionari daranno la loro interpretazione. Da vedere chi si prende la responsabilità di far viaggiare in Italia una km zero cinese con documenti anche della Repubblica Ceca. Il pericolo è questo: hai il tuo “ferro” nel tuo box, e da lì non lo muovi perché in Italia non ha il diritto di circolare, in assenza di documenti validi al 100%.

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Funzionari delle Motorizzazioni efficienti e innocenti

In tutto questo, i funzionari delle Motorizzazioni sono efficienti e innocenti. Se le norme sono oscure e soggette a interpretazioni, la colpa non è loro. La burocrazia delle normative UE e italiane è un bel nemico contro cui risulta difficilissimo combattere. Il principio generale (in base al Regolamento UE 2018/858) sancisce che un veicolo proveniente da un Paese Extra-UE, per essere immatricolato in Italia, debba rispondere alle normative CE più recenti in vigore in Italia al momento della richiesta di immatricolazione. Potrebbe non essere possibile procedere con la nazionalizzazione in quanto il veicolo magari non risponde ai micro standard UE. C’è il rischio che il mezzo sia progettato solo per un mercato extra UE e non risponda per niente alle direttive comunitarie (CE). Un Paese UE però può decidere di approvare l’immatricolazione di un veicolo (proveniente da un Paese Extra-UE) applicando deroghe (più o meno ampie) alle prescrizioni del Regolamento (UE) 2018/858. Auguri

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