Auto vecchie, pericolose e inquinanti: disastro Calabria, Sicilia e Campania

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ecco un’analisi sullo stato dell’arte del parco circolante in Italia: Sud davvero problematico.
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Italia patria dell’auto vecchia, con il Sud che è il re del veicolo pericoloso e inquinante: in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ecco un’analisi sullo stato dell’arte del parco circolante da parte di AutoScout24 su base dati ACI. A livello regionale, nel 2024 la percentuale più alta di vetture con basse classi ambientali (da Euro 0 a Euro 4) sul totale viaggiante si registra in Calabria (61,7%), Sicilia (61,1%) e Campania (60,2%). Le più virtuose? Valle d’Aosta (16,4%) e Trentino-Alto Adige (19,3%). Ai primi posti per numero di macchine in Euro 4 o inferiori Lombardia (2.273.002), Campania (2.242.772) e Sicilia (2.144.450).

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Auto con classi Euro bassissime: catastrofe elettrica

Nelle strade italiane circolano 18,4 milioni di mezzi con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore benzina o diesel, il 44,5% del totale, di cui quasi ben 4,28 milioni Euro 0-1 (10,3%). Quattro su 10 sono modelli con 15 anni o più (pari a oltre 17,53 milioni di veicoli). In merito alle elettriche, nonostante l’incremento delle vetture in circolazione sia cresciuto dal 2023 al 2024 di ben il +103,2%, rispetto al totale rappresentano solo lo 0,8%. Grosso modo 300.000. Obiettivo dichiarato dal governo Meloni: 4,3 milioni di full electric circolanti nel 2030, con target consegnato all’Unione Europea. Considerando il parco attuale e la situazione nel Meridione, trattasi di previsione azzardata, secondo noi.

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Il fatto è che al Nord ci sono molte più ZTL dei Comuni con telecamere che rilevano e multano (95 euro) le auto vecchie: poche le Zone attive al Sud. Ecco perché nel Mezzogiorno c’è maggiore agio con il mezzo vecchio e inquinante.

Conseguenze per sicurezza stradale e ambiente

Più l’auto è vecchia, più alte le probabilità di incidente. E maggiori le emissioni inquinanti. Calcolando sia la sinistrosità sia i costi sociali delle malattie (polmonari anzitutto), il quadro Italia è drammatico. Per non parlare di assicurazioni Rc auto che schizzano alle stelle per il numero di incidenti. Senza ADAS (o con pochi di questi), sono dolori: frenata automatica di emergenza o il mantenimento della corsia. Carenze per ABS, ESP, airbag in numero adeguato. Pesa l’usura dei componenti meccanici, unita a manutenzioni spesso meno frequenti o complete per ragioni economiche.

È il festival delle emissioni di inquinanti atmosferici nocivi: particolato fine (PM10 e PM2.5), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e idrocarburi incombusti. Di qui asma, bronchiti croniche, enfisema, guai a livello cardiovascolare e neurologico. Camere a gas a cielo aperto, con conseguenze dirette sulla qualità della vita dei residenti e un aumento dei costi per il sistema sanitario nazionale.

Auto elettrica in Italia: siamo una palla al piede dell’UE

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Pertanto l’Italia – patria dell’auto e sinonimo di design delle vetture – è un fanalino di coda tra i mercati big: 5% di quota mercato contro una media UE del 15%. Qualcosa di peggio si trova all’Est, ma non è il caso di fare analogie con realtà così diverse. Visto che nel 2035 ci sarà il ban termico, da noi avremo l’effetto Cuba: macchine ancora più obsolete, specie al Sud. D’altronde, l’elettrico resta carissimo, e le campagne di incentivi del passato sono state un mezzo pasticcio, da parte di qualsiasi governo. La disponibilità e la capillarità delle colonnine di ricarica sono insufficienti, soprattutto fuori dalle grandi aree urbane e autostradali. L’ansia da autonomia e la mancanza di una rete di ricarica affidabile restano più vive che mai.

Ma Bruxelles può multarci? Direttamente per l’auto, no. Indirettamente, per le conseguenze delle auto vecchie, sì: troppo inquinamento nelle acque, problemi di smaltimento rifiuti e via discorrendo. Il governo Meloni – va detto – ha ereditato tutto questo in un momento delicatissimo sotto il profilo economico, politico e sociale a livello planetario, e i miracoli non si possono fare.

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