Batterie BYD e CATL, i due colossi stringono accordi per miniere a zero emissioni

L’iniziativa con CATL e BYD mira a integrare soluzioni elettrificate nei mezzi utilizzati nei siti minerari e nei sistemi ferroviari BHP.
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Il colosso minerario BHP Group, la più grande compagnia estrattiva quotata in Borsa a livello mondiale, ha annunciato nuovi accordi preliminari con i giganti cinesi delle batterie CATL e BYD, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative a zero emissioni per le proprie attività industriali.

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L’iniziativa mira a integrare soluzioni elettrificate nei mezzi pesanti utilizzati nei siti minerari e nei sistemi ferroviari per il trasporto del minerale di ferro, in particolare all’interno delle operazioni strategiche di BHP in Australia Occidentale, dove ogni anno vengono movimentate decine di milioni di tonnellate di materiali su lunghe distanze.

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La collaborazione con BYD e CATL includerà anche lo studio di infrastrutture di ricarica ad alta efficienza e pratiche sostenibili per il riciclo delle batterie, elementi chiave per ottimizzare i costi e ridurre l’impatto ambientale dell’intera catena logistica. Secondo quanto dichiarato da Rashpal Bhatti, Chief Procurement Officer del gruppo BHP, questa alleanza strategica rappresenta un importante tassello nel percorso di decarbonizzazione dell’azienda: “Si tratta di un ulteriore passo nella nostra roadmap per la riduzione delle emissioni di gas serra e per la promozione di tecnologie all’avanguardia nel settore minerario globale”.

Bhatti, che in passato ha guidato il programma di decarbonizzazione del trasporto marittimo di BHP mediante l’adozione di navi alimentate a gas naturale liquefatto (GNL), è oggi impegnato anche nelle divisioni rame dell’Australia Meridionale. Insieme alla controllata FinDreams Battery di BYD, BHP valuterà lo sviluppo di veicoli elettrici per uso industriale, con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di combustibili fossili come il diesel all’interno delle miniere.

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Il tema energetico si fa sempre più critico per le major dei metalli, in particolare in Australia, dove player come Glencore e Trafigura stanno riconsiderando la sostenibilità economica e ambientale delle loro attività. Nel suo piano climatico, BHP si è posta l’obiettivo di tagliare almeno il 30% delle emissioni operative entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020, con un’attenzione particolare allo sviluppo di soluzioni a basso impatto. Tuttavia, in un confronto diretto con le altre grandi del settore, le ambizioni di BHP risultano più caute. Rio Tinto punta a dimezzare le proprie emissioni nello stesso periodo, mentre Fortescue, altro gigante del ferro, intende raggiungere la neutralità climatica senza ricorrere a compensazioni, sempre entro il 2030.

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