La cinese BYD piazza un record ad aprile 2025, archiviando il miglior mese dell’anno, dice Bloomberg: 380.089 unità, con un incremento di oltre il 20% su aprile 2024. Si rafforza la propria posizione di leader nel settore dei veicoli a nuova energia NEV (auto elettriche BEV più ibride termiche a benzina plug-in PHEV) avvicinandosi al traguardo annuale di 5,5 milioni di consegne. Un’escalation straordinaria, perché era a 4,3 milioni nel 2024, e a 3 milioni due anni fa.
BYD record ad aprile 2025 con rivoluzione: ecco quale
Per prima volta da inizio anno, BYD ha venduto più elettriche BEV (195.740) che PHEV ibride plug-in (176.875). Anche grazie alle vetture smart dotate di sistema God’s Eye (Occhio di dio), ricarica ultrarapida, una guerra dei prezzi al ribasso senza precedenti.

Dazi USA: a BYD interessa zero
Il titolo è salito del 41% da inizio anno alla Borsa di Hong Kong, favorito anche dall’assenza di esposizione al rischio dazi statunitensi, visto che il Gruppo non esporta negli Usa. La performance da un anno è +71,7%, superiore sia al settore auto di Hong Kong (+46,2%) sia all’indice generale di mercato (+15,2%).

Cina di fuoco, UE spaventata
Intanto, anche i rivali cinesi si scatenano: Xpeng ha registrato 35.045 consegne (+273% su base annua), il suo secondo miglior mese di sempre. Li Auto ha venduto quasi 34.000 unità (+32%), mentre Nio ha raggiunto le 23.900 unità, anch’esso il secondo miglior risultato della sua storia. Fa eccezione Xiaomi, le cui vendite sono scese del 3,4% rispetto a marzo.
Un sentito grazie al Green Deal UE che è stato un involontario assist alla Cina: il Dragone sputafuoco è il re della batteria per auto elettriche, preziosa sia per le elettriche sia per le ibride plug-in. L’eventuale sovrapproduzione sbarca dritta dritta in Europa, a iniziare dalle PHEV. Così, in Cina i marchi locali fanno a pezzi le Case UE; in Europa, il Regno di Mezzo scavalca i dazi di Bruxelle anti elettriche Made in China producendo nel Vecchio Continente (vedi Byd in Ungheria e Turchia) o esportando ibride plug-in.
Da una parte, la mentalità internazionale della Cina, desiderosa di imporsi a livello mondiale; dall’altra, il provincialismo UE, coi dazi medievali anti Celeste Impero: così, la partita è già stravinta da Pechino in partenza.