Contemporary Amperex Technology Co Ltd, meglio nota come CATL, il colosso mondiale nella produzione di batterie per veicoli elettrici, ha dichiarato che la sua massima priorità è ora l’espansione globale. A causa della competizione interna feroce e spesso irrazionale nel mercato automobilistico cinese, il produttore sta cercando nuovi orizzonti all’estero per sostenere la crescita e salvaguardare la salute del settore. Non può stupire visto quanto accade nel Paese del Dragone.
Ni Jun, responsabile della produzione di CATL, ha sottolineato in un’intervista rilasciata a Bloomberg durante il World Economic Forum di Tianjin che la competizione esasperata, definita “malsana e autodistruttiva” all’interno del mercato domestico rischia di essere “dannosa e potrebbe compromettere l’intero comparto”.

Un’idea condivisa anche da Stella Li, vicepresidente esecutivo di BYD, che ha definito la guerra dei prezzi nel settore delle auto elettriche “estrema, dura e non sostenibile”, evidenziando le difficoltà di un confronto competitivo spietato tra produttori cinesi.
In risposta ai recenti tagli sui prezzi, infatti, le autorità di Pechino hanno convocato i vertici delle principali aziende per discutere della “concorrenza sfrenata”, ma la sovraccapacità produttiva resta un problema irrisolto destinato a proseguire nel breve termine.
CATL sta puntando su una ottimizzazione produttiva in un contesto sfidante, investendo in un processo di trasformazione delle sue fabbriche, che diventeranno più “verdi”, con consumi energetici ridotti e emissioni minime, “intelligenti”, grazie all’automazione e ai robot per le attività più gravose o pericolose, e soprattutto “flessibili”, per adattarsi rapidamente alle esigenze di mercato e ai nuovi modelli di batterie.
L’intelligenza artificiale è stata introdotta gradualmente negli ultimi 7-8 anni, passando da compiti semplici e ripetitivi a funzioni più complesse come il controllo qualità, la produzione e il servizio post-vendita.

Per sostenere la crescita all’estero, oggi necessaria più che mai vista l’aria che si respira in patria, CATL ha sviluppato modelli produttivi regionalizzati, con impianti in Germania e Ungheria. Tuttavia, Ni ha ammesso che realizzare una fabbrica in Europa comporta costi molto più alti rispetto alla Cina, a causa di fattori quali il costo del terreno, la manodopera e le inefficienze operative. Questo ha spinto l’azienda a ripensare il layout e a progettare linee di produzione modulari e compatte, nonché a sviluppare un sistema di formazione del personale più adeguato ai diversi contesti lavorativi.
In futuro, CATL potrebbe esportare moduli preassemblati da montare localmente, accelerando i tempi di avvio delle produzioni. Lo stabilimento ungherese, in costruzione, rappresenta la prossima sfida, con l’obiettivo di essere operativo entro fine anno e di essere “molto competitivo”, consolidando la presenza del colosso cinese nel cuore dell’Europa.