Colonnine pubbliche di ricarica per l’auto elettrica: batosta A2A

Ippolito Visconti Autore News Auto
Brutto rincaro A2A: schizza alle stelle il prezzo del rifornimento alle colonnine pubbliche di ricarica per l’auto elettrica
Colonnine pubbliche di ricarica per l’auto elettrica a2a

Brutto rincaro A2A: schizza alle stelle il prezzo del rifornimento alle colonnine pubbliche di ricarica per l’auto elettrica. Così, A2A segue la politica degli altri due big, cioè Enel e Be Charge, con aumenti. Da ieri, nuove tariffe per il servizio E-Moving. L’Extra Large da 320 kWh, che era basso e conveniente, sparisce. E-Moving Large da 200 kWh vola da 92 a 106 euro (0,53 euro a kWh). Una mazzata. Addio alle ricariche alle colonnine Fast+ e quelle Ultrafast (potenze oltre i 99 kW): pagate con le tariffe a consumo. 

Per il cliente E-Moving con una tariffa “a canone mensile”, i corrispettivi variabili a consumo avranno un valore dedicato, inferiore rispetto alle tariffe “a consumo” disponibili. Le nuove condizioni troveranno applicazione a partire dal primo rinnovo dell’abbonamento successivo al 22 aprile 2024. 

Colonnine pubbliche di ricarica per l’auto elettrica: i numeri di un flop

Perché gli aumenti? A2A segue la strada di Enel e Be Charge. I problemi sono tre. Primo: gli oneri generali di sistema fissati da Arera sono alti. Secondo: la diffusione delle auto elettriche è scarsissima. Solo 227 mila macchine a corrente in Italia, pochissime. Nel 2024, le immatricolazioni full electric sono pari a 13.226 unità, con un calo del -19,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Circa 50 mila i punti di ricarica: non ci siamo, se vogliamo arrivare a 4 milioni di elettriche circolanti nel 2030, come intende questo governo e come volevano gli esecutivi precedenti, in base al programma presentato all’Unione europea.

Oltretutto, la burocrazia frena l’aumento del numero di colonnine. Forse, sarebbe opportuna anche una maggiore concorrenza, con più operatori a spartirsi la torta, così da ridurre le tariffe del pieno di elettroni.

Incentivi auto, il caos

Sul fronte della transizione energetica, i dati di marzo 2020 indicano le elettriche ferme a quota 3,3% sul totale mercato. Perché? Perché la prolungata attesa degli incentivi sta determinando una paralisi del mercato di tali motorizzazioni. Quindi, poche elettriche, poche colonnine, e prezzi di ricarica in alto. Andiamo malissimo. E comunque, chi ha un’auto termica non ride: prezzi di benzina e diesel che esplodono.

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