Come sarà l’E-Car europea: l’auto UE fra sogni e incubi

Ognuno immagina a modo suo l’E-Car europea del futuro che la Commissione UE vuole: fra caratteristiche validi e incubi, ecco come potrà essere prodotta.
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La Commissione UE vuole l’E-Car per tutti, così da combattere le macchine cinesi che ci invadono, ma nessuno sa le caratteristiche di questo mezzo del futuro. Fra parametri validi da sogno e incubi, anche Transport & Environment dice la sua. Il direttore auto T&E Lucien Mathieu: “Se avete fatto una vacanza in Italia o in Spagna di recente, è probabile che abbiate notato un’immagine vecchia ma familiare sulle autostrade. Le auto piccole e agili – come la Fiat Panda e la Seat Ibiza – sono la scelta preferita degli acquirenti di auto italiani e spagnoli”. Questa la premessa. Morale, ecco la sua E-Car.

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Così T&E vuole l’E-Car europea

  • Small Affordable Electric Vehicle (SAEV). Un’elettrica. Così sostiene T&E. Chi l’ha detto? L’UE no. Ha parlato di macchina a basso prezzo, ma non elettrica. Può anche essere termica, PHEV: benzina e batteria. O EREV: ibrida con mini motore a benzina di ausilio in certe situazioni. Il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, ha annunciato una iniziativa per auto piccole e accessibili. Stop: zero dettagli.
  • Di piccole dimensioni. Non una microcar, non una kei car giapponese. “Questa non è la risposta giusta: le microcar come la Citroën Ami sono già vendute in Europa. Concentrarsi sulle auto in stile Kei sarebbe anche una strategia industriale mal concepita che andrebbe a beneficio dei produttori cinesi e giapponesi che le producono da decenni”. Chi lo dice? Sempre T&E. Magari invece le kei car sono perfette. A benzina, come a Tokyo.
  • Con batteria UE. Tutto fatto in Unione Europa. Difficilissimo: noi non sappiamo fare bene le batterie, dipendiamo dalla Cina in tutto e per tutto. Se fossimo forti nelle batterie, noi europei avremmo distrutto l’automotive cinese. Invece è il Dragone che ci mangia vivi, grazie ad accumulatori CATL e BYD super efficienti, controllo della filiera, monopolio delle terre rare.
  • Sicurissima, senza nessuna concessione. A 15 mila o 20 mila euro al massimo. Mistero su come si arriva a un prezzo del genere e sulle caratteristiche: autonomia, resistenza nel tempo ai cicli di ricarica, efficienza della batteria, tempo per la ricarica. Eppoi dove la ricarichi? Le colonnine sono poche e scarsamente capillari e lente.
  • I bonus? La piattaforma per BEV utilizzando i ricavi dell’ETS2 a beneficio delle elettriche piccole costruite in Europa. 
  • E i governi nazionali dovrebbero fornire un trattamento fiscale favorevole, un sostegno mirato all’acquisto e schemi di leasing sociale. 

Il muro di gomma dei 20 mila euro

Sostiene T&E: per gli europei, la barriera principale all’adozione degli EV oggi è il prezzo iniziale più elevato. “L’europeo medio è disposto a pagare al massimo 20 mila euro per un’auto elettrica”. Mah. Vorremmo avere di fronte l’europeo medio e dirgli: dacci 20 mila euro e in cambio avrai una piccola BEV. Chissà la risposta.

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Ancora con questa storia del lavoro e degli occupati nuovi

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T&E: fino a 1,5 milioni di BEV piccole aggiuntive potrebbero essere venduti nell’UE ogni anno. “Si è stimato che ciò potrebbe generare circa 120.000 nuovi posti di lavoro”. 

In realtà, è dal 2019 che si parla di milioni di nuovi posti di lavoro grazie all’auto elettrica. La verità dice ben altro: dramma disoccupazione, fabbriche che chiudono.