Lo scoppio della guerra in Ucraina ha provocato diversi effetti negativi sull’industria automotive. A seguito dell’invasione da parte dell’esercito russo di Vladimir Putin, anche le ruote dell’ingranaggio che regolavano il settore delle quattro ruote hanno smesso di girare correttamente. Per affrontare i problemi di logistica, Stellantis riorganizza i meccanismi interni. Trovare una soluzione era inevitabile, sicché i conducenti delle bisarche sono di nazionalità ucraina. Dopo avervi lungamente riflettuto, si è deciso che, anziché consegnare le vetture ai concessionari, saranno questi ultimi a ritirarle presso gli stabilimenti. Così dovrebbe ridursi sensibilmente le tempistiche di consegna a carico dei clienti.
Guerra in Ucraina: lo scotto da pagare per i concessionari
L’Italia si è rivelato uno dei Paesi UE più attivi nella ricerca di una risposta efficace alla congiuntura sociopolitica ed economica sfavorevole. In base ai termini stabiliti, un quinto delle consegne giornaliere di Stellantis sarà preso a carico dei rivenditori e lo stesso schema viene attuato pure al di fuori del Belpaese. Nel frattempo, Stellantis ha dato il via a un corso di formazione per trasformare i dipendenti in camionisti. Inoltre, ha definito un accordo con Iveco e Rolfo per l’acquisto di 100 bisarche.
Sul provvedimento si è espresso pure Santo Ficili, il Country Manager di Stellantis Italia, intervenuto all’evento Urban Mobility Council tenutosi a Milano. Secondo quanto riporta Autonews, l’alto rappresentante ha sottolineato, a nome della compagnia, di aver chiesto collaborazione ai distributori. Nel giro di breve tempo hanno raggiunto un’intesa, già messa in atto. Il servizio verrà pagato ai punti vendita e insieme hanno definito le tariffe. Una volta che la logistica sarà tornata alla normalità (e dovrebbe avvenire presto) riprenderanno il classico modus operandi.
Il mercato della nostra penisola – ha proseguito Ficili – ha reagito subito alle criticità, attraverso dei piani d’azione, riguardanti pure il network di distribuzione. Graverà sui concessionari il compito di recuperare i veicoli dai piazzali della società per consegnarli rapidamente ai clienti.
Ficili ha poi spiegato di aver provato a coinvolgere pure i grandi clienti noleggiatori, a loro volta parte dell’automotive, di comprendere la situazione. La rete – riferisce Il Sole 24 Ore – si sta muovendo in maniera coesa, ancora una volta. La situazione non è di facile risoluzione, sicché il problema esiste ed esula dalla sfera di competenza di un singolo gruppo. Ciononostante, il manager è ottimista circa il futuro. Nel mese di giugno le immatricolazioni in Italia sono aumentate del 9,2 per cento, per una crescita del 22,3 per cento come cumulato rispetto al 2022.