Dieselgate, la saga continua: l’industria automobilistica torna sul banco degli imputati

Il Dieselgate colpisce ancora. Renault, Stellantis, Mercedes, Nissan e Ford sono finiti sotto i riflettori della giustizia britannica.
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Il Dieselgate, quel dramma automobilistico che nel 2015 ha scosso le fondamenta dell’industria, è tornato a far parlare di sé. Per l’ennesima volta. Ma questa volta non si tratta solo di Volkswagen poiché cinque colossi dell’automobile, Renault, Stellantis, Mercedes, Nissan e Ford, sono finiti sotto i riflettori della giustizia britannica, accusati di aver manipolato i test sulle emissioni. Un sequel che nemmeno Hollywood avrebbe osato immaginare.

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Il processo, che si svolge alla High Court di Londra, è destinato a durare tre mesi e promette di essere un thriller legale all’altezza del suo predecessore. Le accuse, neanche a dirlo, sono quelle legate ai software progettati per ingannare i test sulle emissioni. Test che erano progettati per esprimere risultati diversi tra le sedi specifiche che controllavano le emissioni e le reali cifre che si potevano registrare nell’uso reale, quello stradale.

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Insomma, non a caso il Dieselgate è diventato lo scandalo più imponente, costoso e scioccante degli ultimi decenni. Uno scandalo che ha portato a multe, ovviamente, salatissime. Sembra quasi eufemistico dirlo così.

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Le difese dei costruttori provano a sostenere che si trattava di “soluzioni tecniche giustificabili”, una sorta di “errore di progettazione” che, a quanto pare, ha coinvolto più di un marchio. In pratica, un “così fan tutti che non tiene conto delle leggi ambientali.

La questione delle indennità è ancora lontana. Infatti, non se ne parlerà prima del 2026. Ma nel frattempo, l’industria automobilistica si trova di nuovo sulla graticola, con l’immagine di marchi storici che rischia di essere compromessa. Più di quanto abbia fatto originariamente lo scandalo (solo inizialmente) tedesco.

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Mentre il diesel perde terreno, lasciando spazio persino al GPL, il Dieselgate continua a fare rumore, anche in Francia, dove sono in corso altri procedimenti legali. E lo sappiamo, il Dieselgate non è solo una questione di emissioni, ma una questione di fiducia. E se l’industria automobilistica non impara dai suoi errori, potrebbe scoprire che la nuova strada verso la sostenibilità e l’elettrificazione è lastricata di cause legali e danni reputazionali.