E le favole green europee ebbero un finale anomalo: droni militari Renault (nelle immagini, elaborazioni digitali) se l’auto porta meno soldi. Stando a un documento visionato dall’AFP – una nota interna della Casa francese ai dipendenti – il costruttore spiega i motivi del possibile ingresso nel settore difesa: discussioni in corso con la direzione generale degli Armamenti francese, in quanto ci sono opportunità ma anche rischi da valutare dopo che nei mesi scorsi il ministero delle Forze Armate ha avviato dei contatti con l’azienda.
L’obiettivo dichiarato della comunicazione è fornire chiavi di lettura chiare ai dipendenti e non annunciare una decisione definitiva: le trattative sono ancora in corso. La produzione non prevederebbe la costruzione di impianti in Ucraina: i lavori interesserebbero esclusivamente siti situati in Francia. Tra i progetti evocati a livello ministeriale figura la produzione su larga scala di droni low-cost: qui l’automotive può offrire capacità di produzione rapida e seriale. Possibili sperimentazioni su vasta scala previste per il 2026.
Rivoluzione totale Renault dopo de Meo?
Indiscrezioni volevano che il possibile cambiamento strategico di Renault verso la produzione di armi avrebbe potuto contribuire alle dimissioni di Luca de Meo dalla carica di CEO. Comunque la Casa ha una significativa storia di produzione bellica, in particolare con la creazione del carro armato leggero Renault FT durante la Prima Guerra Mondiale. A giugno 2025, la Losanga aveva confermato i contatti avvenuti con il governo di Parigi per installare attività di produzione di droni in Ucraina, a beneficio di Kiev nella guerra contro la Russia di Putin.
Reazioni
I sindacati come reagiscono? Secondo Mounir Mestari, delegato di Force Ouvrière, il comunicato riconosce anche la capacità e il know-how dei lavoratori Renault e considera realistico che l’attività automobilistica non vedrà una crescita esplosiva nei prossimi anni, per cui il settore della difesa potrebbe essere una risposta. La CFDT prende atto dell’iniziativa e dichiara che resterà vigile, puntando a garantire che qualsiasi progetto rispetti l’occupazione in Francia e i valori aziendali. D’altra parte da tempo ormai si parla di conversione militare di fabbriche auto in Germania, per sopperire alla debolezza ormai cronica della domanda di macchine e per il tremendo flop auto elettrica: si sperava tanto sognando in verde e ci si ritrova a parlare di armamenti.

Droni militari Renault: opportunità redditizie
Secondo il documento, classificato come confidenziale, Renault è stata invitata a contribuire alla riflessione su diversi progetti della Dga al pari di altri industriali francesi. Il gruppo avrebbe quindi condotto un’analisi approfondita dei rischi e dei benefici potenziali di un ingresso – anche limitato – nel comparto della difesa.
Tra i benefici evocati dalla nota di Renault ai dipendenti, spicca la possibilità di generare un complemento di attività sulle fabbriche francesi e, più in generale, un’opportunità economica redditizia. Dal punto di vista industriale, la Casa francese guidata da François Provost si propone come fornitore della propria expertise produttiva, impegnandosi a intervenire solo se il progetto avesse un impatto positivo sull’attività in Francia, senza compromettere gli investimenti nel core business automobilistico. Quindi, core business auto; secondariamente, semmai fosse, la difesa.
Sottile equilibrio
La nota non trascura però nemmeno i rischi: tra i punti più critici vengono citati la sicurezza delle fabbriche di fronte a potenziali minacce e gli attacchi cyber, aspetti che il gruppo intende considerare indipendentemente dall’eventuale svolta verso la difesa. Renault assicura inoltre che la gestione del dossier sarà comunicata con trasparenza per permettere ai dipendenti di comprendere gli aspetti strategici e le precauzioni adottate.